Vescovi indiani al governo: No alla "zafferanizzazione", sì alla laicità
New Delhi (AsiaNews/Cbci) - Ripetuti tentativi di "riconversione all'induismo" di cristiani e musulmani; attacchi a "chiese, clero e laici"; "zafferanizzazione" dell'istruzione e della cultura. Dalla vittoria alle elezioni generali del Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalisti indù), i gruppi radicali vicini a esso hanno acquistato maggiore potere, instaurando un clima di tensione e discriminazione tra le minoranze. Rivolgendosi in modo diretto al Primo ministro Narendra Modi, leader del Bjp, la Conferenza episcopale dell'India (Cbci) chiede al governo centrale di prendere una posizione netta contro gli estremisti. Proprio negli ultimi giorni, uno di questi gruppi fondamentalisti ha rilanciato l'idea di una legge nazionale per impedire le conversioni a religioni diverse dall'induismo. "Mettere fine a simili pericolose tendenze - sottolineano i vescovi - è inevitabile per la crescita e lo sviluppo della nostra grande nazione". (Traduzione a cura di AsiaNews).
La Costituzione dell'India garantisce a tutti i cittadini del nostro Paese di professare, praticare e propagare una religione di loro scelta. L'India è una terra dove differenti fedi religiose hanno prosperato a lungo e i nostri padri fondatori hanno dedicato sforzi speciali per assicurarsi che i diritti di tutti siano salvaguardati, a prescindere dal credo, dal genere o dalla casta. Il cristianesimo affonda le sue radici nel suolo indiano da oltre 2000 anni.
I cristiani d'India credono in Dio e nella bontà delle persone, e hanno servito senza sosta il popolo di questo Paese in vari campi - educazione, salute e altri - senza alcuna discriminazione di casta, credo o religione.
Negli ultimi mesi, in varie parti del nostro Paese, sono accaduti deplorevoli incidenti. Essi hanno ferito i sentimenti della comunità cristiana e hanno scosso la fiducia nel tessuto laico della nazione. Gli sconvolgenti episodi avvenuti contro chiese, clero e laici in Chhattisgarh, Madhya Pradesh, Orissa, Uttar Pradesh e Delhi hanno causato grande preoccupazione per la comunità cristiana. Le recenti controversie in nome delle riconversioni religiose ritraggono un'immagine negativa dell'India. La divisione della comunità e il tentativo di omogeneizzare l'India stanno ponendo delle minacce a tutte le minoranze - donne, dalit, e tutte le minoranze linguistiche, culturali e religiose.
I programmi di Ghar Wapsi, la "zafferanizzazione" dell'istruzione e della cultura, e le domande per un Hindu Rahstra [Stato indù, ndr] pongono altre sfide all'ethos laico del nostro amato Paese. Le conversioni di una natura religiosa sono un esercizio del libero volere di ognuno, dei suoi diritti costituzionali/fondamentali e della sua libertà di coscienza e religiosa. Ghar Wapsi è un processo politico, portato avanti dai potenti esponenti del nazionalismo religioso - del tutto contrario al principio del secolarismo. Esso non ha nemmeno la legittimità della libertà d'espressione politica.
I cristiani di questo Paese hanno bisogno di garanzie dal governo: vogliamo sapere che saremo protetti, salvaguardati e al sicuro nella nostra madrepatria. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per le questioni ora citate. Mettere fine a simili pericolose tendenze è inevitabile per la crescita e lo sviluppo della nostra grande nazione. Questo grande Paese laico deve restare un luogo in cui persone di ogni religione e di differenti contesti culturali devono vivere in libertà, praticando la loro fede senza paura o minacce, in armonia. Nel rinnovare il nostro impegno al servizio del progresso e dello sviluppo della nostra nazione, esortiamo con forza il Primo ministro Narendra Modi a intervenire con urgenza e a prendere provvedimenti appropriati per fermare simili episodi, che pongono una grande minaccia all'unità di questa nazione laica.
(Ha collaborato Santosh Digal)
30/01/2015