Vescovi filippini: La fede dei cattolici è più forte del tifone Haiyan
Manila (AsiaNews) - Nessun tifone o alluvione può diminuire "la forza d'animo" dei filippini; il cataclisma che ha "devastato" il centro del Paese "può anche essere il peggiore mai visto prima al mondo", ma la fede in Dio è "anche più forte". Ad affermarlo è il presidente della Conferenza episcopale filippina mons. Jose Palma, in un messaggio che intende infondere "speranza" a una nazione in ginocchio dal passaggio di Haiyan. Intanto continuano le operazioni delle squadre di soccorso per i sopravvissuti e la conta delle vittime che - secondo stime ancora parziali - è superiore ai 10mila morti. Il capo della Croce rossa delle Filippine ha descritto le devastazione causate dal tifone - ribattezzato Yolanda nell'arcipelago - come un "pandemonio assoluto". Ieri Papa Francesco durante l'Angelus ha chiesto preghiere e un aiuto "concreto" per le Filippine. Questa mattina l'arcivescovo di Seoul mons. Andrew Yeom Soo-jung ha inviato le proprie condoglianze al card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e assicurato la preghiera dei cattolici sudcoreani; l'arcidiocesi di Seoul ha inoltre inviato 50mila dollari per le prime operazioni di aiuto e assistenza, assieme a una speciale raccolta fondi in programma domenica 24 novembre in tutte le parrocchie.
Dal primo bilancio emerge che sono almeno 10mila i morti nella sola Tacloban, città di 200mila persone a circa 600 km in direzione sud-est di Manila; centinaia le vittime sparse nelle altre cittadine investite dal tifone, anche se la conta è solo parziale e serve altro tempo per una valutazione più precisa. Secondo la Protezione civile filippina (il National Disaster Risk Reduction and Management Council, Ndrrmc) le famiglie colpite sono quasi un milione, pari a 4,28 milioni di persone. Più del 405 di loro, aggiunge l'Unicef, sarebbero bambini o ragazzi di età inferiore ai 18 anni.
In varie zone dell'arcipelago filippino sono andate distrutte o molto danneggiate case, scuole e pure un aeroporto. La macchina dei soccorsi internazionale si è messa in moto, ma sono ancora molte le difficoltà nel raggiungere le zone più isolate e remote, dove non sono ancora chiari gli effetti provocati dal passaggio del tifone. Il console generale filippino nel Regno Unito ha sottolineato che "il mondo non ha mai visto una tempesta come questa prima d'ora". Gli sforzi dei soccorritori sono concentrati nella provincia orientale di Leyte, dove è più grave l'emergenza. Il presidente Benigno Aquino non ha escluso l'introduzione della legge marziale o dello Stato di emergenza; in molte zone gli sciacalli hanno già iniziato operazioni di saccheggio, mentre vittime non identificate vengono sepolte nelle fosse comuni.
Nelle ultime ore Haiyan ha toccato terra anche nel nord del Vietnam, nei pressi del confine con la Cina; tuttavia, la portata è diminuita di molto, tanto da essere retrocesso a tempesta tropicale, e non sembra aver causato grossi disagi sebbene le autorità di Hanoi avessero ordinato, in precedenza, lo sgombero di centinaia di migliaia di persone.
Intanto la Chiesa cattolica filippina esorta il coraggio e la fede della popolazione, in un momento di grande avversità. Mons. Palma sottolinea che "nessuna calamità o disastro naturale può spegnere il fuoco della nostra speranza". Il prelato assicura la presenza e la partecipazione al dolore dell'intera Conferenza episcopale e invita i fedeli a rivolgersi a Dio "in questo momento di calamità nazionale", come ogni filippino ha sempre fatto "negli ultimi 400 anni". Dall'11 al 19 novembre in tutto il Paese si terrà una novena di preghiera per le vittime del tifone Yolanda e del sisma che ha colpito le stesse zone nelle scorse settimane. Ogni messa e preghiera sarà offerta per i morti e a conforto delle loro famiglie. Infine, tutte le parrocchie sono invitate a promuovere raccolte fondi per gli interventi di emergenza e la ricostruzione.
Ad agosto due persone sono morte e migliaia sono rimaste senza casa nel nord delle Filippine per il passaggio del tifone Utor, che ha colpito il nord del Paese. Chiesa ed enti cattolici si sono subito attivati per portare soccorso alla popolazione, in una nazione in cui si abbattono almeno 20 tifoni ogni anno (Utor è stato il 13mo). Del resto tifoni, tempeste tropicali, uragani sono assai frequenti durante la stagione estiva in molte zone dell'Asia dell'est e del sud-est, dove l'aria calda e umida, unita alla bassa pressione determinano le condizioni ideali per la formazioni di questi fenomeni atmosferici. Nel 2001, il passaggio del tifone Washi nelle Filippine provocò 1.200 morti e 300 mila sfollati, distruggendo oltre 10 mila case.