Vescovi dell’Orissa: ‘Imperativo etico’ emancipare i dalit
La Chiesa indiana ha approvato nel 2016 un piano d’azione per gli ex “intoccabili”. La Conferenza regionale prepara un programma per renderlo effettivo in tutte le parrocchie. Creato un comitato permanente. In India il 37% dei dalit vive al di sotto della soglia di povertà.
Bhubaneswar (AsiaNews) – Rafforzare i dalit cristiani dell’Orissa, delineare una strategia per mettere in pratica il piano d’azione per i dalit approvato dalla Chiesa cattolica indiana (Cbci) nel 2016. Con questi obiettivi il Consiglio dei vescovi cattolici dell’Orissa (Ocbc) si è riunito il 4 aprile. I vertici della Chiesa locale hanno discusso sulle discriminazioni che gli ex “intoccabili” affrontano nella vita di tutti i giorni, anche nella comunità cattolica.
L’incontro si è svolto al Xavier Management Institute di Bhubaneswar. In tutto, circa 80 partecipanti in rappresentanza di ordini religiosi provinciali, e regionali, delegati di varie congregazioni, sia maschili che femminili. I presenti hanno sottolineato la necessità di applicare il piano dei vescovi a livello statale, diocesano e nelle singole parrocchie. P. A. Selvam, direttore dell’Indian Social Institute di Bangalore, ha affermato: “La politica della Cbci per l’emancipazione dei dalit si sforza di assicurare che tutti i settori della società avvertano in modo uguale la spinta a rallegrarsi dell’amore, della misericordia e della compassione del Creatore, che ha fatto tutti noi a sua immagine e somiglianza”.
Mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, ha lanciato un appello a “lavorare insieme per responsabilizzare dalit e tribali nello Stato, nel momento in cui la minoranza cristiana viene aggredita, e a Rourkella la statua della Madonna viene decapitata e la chiesa vandalizzata”. Mons. Sarat Chandra Nayak, vescovo di Berhampur (Orissa) e presidente nazionale dell’Ufficio per I dalit e le caste svantaggiate della Cbci, ha aggiunto: “Il nostro impegno e dedizione a lavorare insieme in maniera trasparente può portare grandi cambiamenti e rafforzare i dalit nello Stato”. P. Bijoy Kumar Nayak, superiore provinciale della North Indian Province of the Congregation of the Mission (Cm), sostiene che bisogna “iniziare con la missione di Gesù. Lo Spirito del Signore è sopra di me perché egli mi ha consacrato per proclamare la buona novella ai poveri”.
Il sacerdote riporta alcuni dati: in India il 37% dei dalit vive al di sotto della soglia di povertà; il 54% dei bambini dalit è denutrito, il 12% di essi muore prima di compiere cinque anni, il 21% è gravemente sottopeso. La situazione peggiore riguarda le donne dalit: il 37,8% di esse ha un tasso di alfabetizzazione molto basso; il 45% non sa né leggere né scrivere; le donne subiscono il doppio della discriminazione sulla base dell’appartenenza di casta e genere. Inoltre un terzo delle famiglie dalit vive in case inadeguate, gli operatori sanitari pubblici si rifiutano di far loro visita; al 27,6% dei dalit viene impedito l’ingresso in una stazione di polizia, il 37,8% dei bambini siede in posti separati nelle scuole pubbliche.
“Per fare in modo che i programmi abbiano successo”, ha detto mons. Niranjan Sualsingh, vescovo di Sambalpur, “dobbiamo camminare insieme, coordinarci e formare dei gruppi di monitoraggio”. Al termine dell’incontro è stato nominato un comitato permanente composto da mons. Nayak, il dott. Vincent Monaharan, segretario generale del National Dalit Christian Watch di New Delhi, p. A. Selvam e sister Gemma Barla.
08/11/2018 12:29