Vescovi del Kerala: senza verità, sbagliato accusare tutta la Chiesa
Il caso riguarda mons. Franco Mulakkal, ex vescovo di Jalandhar ora in carcere con l’accusa di stupro. Presuli del Kerala: “I fedeli sappiano riconoscere coloro che tentano di destabilizzare la Chiesa cattolica e malignare contro i vescovi.”
Kochi (AsiaNews) – Se un vescovo viene accusato di stupro, è sbagliato coinvolgere tutta la Chiesa; i vescovi del Kerala hanno chiesto un’indagine imparziale senza giudicare o proteggere nessuno; non si può prendere le difese dell’una o dell’altra parte prima che la verità venga rivelata. Sono alcuni dei passaggi chiave della dichiarazione della Conferenza dei vescovi cattolici del Kerala (Kcbc) sul caso di mons. Franco Mulakkal, ex vescovo di Jalandhar arrestato per lo stupro di una suora delle Missionarie di Gesù. I vescovi esprimono il loro disappunto per quanto accaduto e condannano il processo mediatico che si è scatenato in India. A tal proposito affermano: “Ora che le accuse di molestie sessuali sono rivolte contro un vescovo della Chiesa cattolica, alcuni interessi di parte e settori dei media hanno colto l’occasione per implicare tutta la Chiesa e i vescovi, senza che prima le indagini vengano completate”.
La vicenda del vescovo accusato di aver stuprato la religiosa dal 2014 al 2016 continua ad essere su tutti i giornali. Ieri mons. Mulakkal è stato rinviato in carcere per altri 14 giorni. Per potersi difendere dall’accusa di violenza sessuale, egli ha offerto le sue dimissioni temporanee, che papa Francesco ha accettato.
Secondo i presuli indiani, tutta questa attenzione sul caso avrebbe un unico scopo: “I fedeli devono saper riconoscere coloro che, sotto la copertura del caso, tentano di destabilizzare la Chiesa cattolica e malignare contro i vescovi. Essi sono persone contro la Chiesa o gelose della Chiesa, persone dei media con un’agenda nascosta e interessi di parte e con qualche lamentela nei confronti della Chiesa”. “Dobbiamo essere vigili – avvertono – su coloro che tentano di demolire la Chiesa tramite accuse rivolte ad un singolo individuo”.
La Conferenza ricorda ciò di cui i giornali non parlano e cioè che “la Chiesa è molto attiva nella sfera pubblica attraverso l’educazione, i servizi medici e sociali, per non parlare poi dell’inarrestabile coinvolgimento durante la recente alluvione e dei continui programmi di riabilitazione, rivolti a tutti senza distinzione di casta o di credo”.
Per tutto questo, affermano i vescovi, “è ingiusto farsi zimbello della Chiesa sulla base di accuse non provate contro uno dei suoi vescovi, quando invece molti dei suoi vescovi, sacerdoti e suore vivono come santi”. Poi sottolineano che la Conferenza “ha chiesto alle autorità ecclesiastiche di agire il prima possibile sulla denuncia registrata dalla suora. Dato che la denuncia era già sottoposta a indagine da parte della polizia e del tribunale, non è corretto da parte della Chiesa agire in maniera avventata sulla stessa materia. Allo stesso tempo, ancor prima che le indagini siano state portate a termine, le autorità della Chiesa hanno agito sollevando mons. Franco Mulakkal dall’amministrazione della diocesi di Jalandhar. […] Pertanto non sta in piedi l’affermazione secondo cui la suora non avrebbe ottenuto giustizia dalla Chiesa”.
Infine i vescovi chiedono che “la verità venga a galla in tribunale”, che all’accusato venga dato spazio sufficiente per difendersi e se ritenuto colpevole, gli venga comminata la giusta pena. Poi ribadiscono: “Ovunque sia la ragione, il fatto che alcuni sacerdoti e suore manifestando in strada abbiano offerto l’occasione ai nemici della Chiesa di attaccare essa e le sue autorità e disprezzare persino i sacramenti, ha causato molto dolore in chi ama la Chiesa. Speriamo che i membri della Chiesa e il pubblico comprendano che la loro azione non è in linea con i valori cristiani, gli interessi legittimi della Chiesa cattolica e nemmeno gli statuti della loro congregazione religiosa”.
(Ha collaborato Nirmala Carvalho)
27/09/2018 14:42
24/02/2020 10:55