Vescovi asiatici ai leader globali: Fermate il traffico d’armi
New Delhi (AsiaNews) - Il traffico d'armi è "la prima causa di violazioni dei diritti umani" e per fermarlo "i vescovi dell'Asia devono esortare i leader di tutto il mondo a firmare l'Arms Trade Treaty". È l'appello che mons. Charles Bo, arcivescovo di Yangon (Myanmar) e presidente dell'ufficio per lo Sviluppo umano della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche (Fabc) rivolge a tutti i prelati asiatici. Dal 2 al 27 luglio prossimi a New York, le potenze globali negozieranno l'adesione all'Arms Trade Treaty (Att), un trattato multilaterale voluto dalle Nazioni Unite, che dovrebbe regolare il commercio internazionale di armi convenzionali.
La campagna lanciata dalla Fabc per la sottoscrizione dell'Att si articola nei seguenti punti: nessuna arma per atrocità, genocidi o violenze contro l'umanità; nessuna arma per la violazione dei diritti umani; trasparenza nel commercio; responsabilità e rispetto verso lo sviluppo sostenibile e la coesistenza pacifica.
"Alcuni governi - spiega mons. Bo - investono di più in armamenti che in sviluppo sociale, infrastrutture e sanità. La spesa militare globale e il traffico di armi è di 1000 miliardi di dollari l'anno". Nel comunicato, l'arcivescovo sottolinea che il possesso, la produzione e il traffico di armi hanno profonde implicazioni etiche e sociali. "Per questo - aggiunge - deve esserci una regolamentazione che tenga conto dei principi di ordine morale e legale. Ogni pistola, nave da guerra o razzo - aggiunge - rappresenta un furto a quanti hanno fame e non hanno di che sfamarsi; a chi ha freddo, e non ha vestiti".