Verso Seoul 2027 la croce della GMG fa tappa in Bangladesh
Il simbolo della Giornata Mondiale della Gioventù, voluto da Wojtyla nel 1984, ha attraversato il Bangladesh. Era stato consegnato ai coreani lo scorso novembre in Vaticano, con la copia dell'icona Salus Popoli Romani. Accolta con fervore da migliaia di fedeli, ha fatto tappa nelle diocesi di Dinajpur, Rajshahi e Dhaka. La gioia della comunità cattolica locale: "Riaccende l'impegno a seguire Cristo". Dall'8 aprile sarà in Giappone.
Dhaka (AsiaNews) - Il pellegrinaggio globale verso Seoul della Croce simbolo dal 1984 della Giornata Mondiale della Gioventù è iniziato in Vaticano lo scorso novembre, con il passaggio dei simboli dai portoghesi. Ora, nella sua tappa in Bangladesh, migliaia di cattolici, tra cui giovani, fedeli con disabilità e membri del clero, hanno venerato con emozione l’artefatto commissionato da papa Wojtyla, in viaggio verso l’appuntamento del 2027 in Corea del Sud, dal tema “Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Cfr. Gv 16,33).
Dal suo arrivo in Bangladesh il 27 marzo, il crocefisso ligneo - accompagnato dalla copia dell’icona Salus Populi Romani conservata a Roma - ha attraversato le diocesi di Dinajpur, Rajshahi e Dhaka, accendendo profonde riflessioni spirituali tra i devoti. La sua presenza è segnata da veglie di preghiera, inni e incontri partecipati. Questa serie di straordinari eventi si concluderà l'8 aprile, prima che il pellegrinaggio prosegua verso il Giappone.
Per Dip Costa, 17 anni, della parrocchia di Tejgaon a Dhaka, toccare la croce è stato “trasformativo”. “Ho provato un forte emozione, una connessione con il sacrificio di Cristo. Il suo dolore e il suo amore sono diventati reali per me”, ha condiviso, facendo eco ai sentimenti di innumerevoli giovani che si sono messi in fila per pregare davanti al simbolo sacro.
Koushik Corraya, un altro giovane, ha baciato la croce nella chiesa di Tejgaon il 4 aprile, riflettendo sul suo significato. “Questa croce è la nostra croce. Cristo ha portato i nostri peccati lì; consegnare le mie debolezze ad essa rinnova il mio proposito di vivere fedelmente”, ha confidato ad AsiaNews.
Il messaggio universale della croce ha risuonato con forza anche nelle comunità emarginate. Una madre di un bambino con disabilità, che ha chiesto l'anonimato, ha descritto la sua preghiera in lacrime: “Ho pregato Gesù di darmi la forza di portare la mia croce, di sopportare le lotte e di amare incondizionatamente. Toccarla mi ha dato speranza”.
Padre Bikash Rebeiro, segretario della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh (CBCB), ha affermato: “Questa croce non è solo legno, è un ricordo vivente dell'amore di Cristo. Ho visto i cuori trasformarsi grazie alla preghiera”.
Mons. Gervas Rozario, vicepresidente della CBCB e vescovo di Rajshahi, ha sottolineato il ruolo della croce nell'ispirare i giovani locali. “Siamo fortunati ad ospitare questo simbolo globale. Il suo viaggio qui in vista del 2027 riaccende il nostro impegno a camminare sulle orme di Cristo”, ha dichiarato durante una cerimonia di benvenuto.
Dopo aver attirato migliaia di devoti a Rajshahi e Dinajpur, la croce è arrivata a Dhaka il 3 aprile, dove veglie notturne e messe hanno valorizzato la sua permanenza. Gli organizzatori hanno sottolineato la sua portata inclusiva, con luoghi accessibili alle sedie a rotelle che garantiscono la partecipazione di fedeli con disabilità e malati. Mentre la croce riparte per il Giappone, i cattolici del Bangladesh portano avanti la sua eredità di rinnovamento. Per molti, la sua breve visita è stata un catalizzatore per una fede più profonda, e una testimonianza di unità.