Verrà canonizzata la prima beata indiana, “richiamo alla santità”
di Nirmala Carvalho
La Congregazione per le cause dei Santi ha annunciato l’approvata canonizzazione di Alfonsa dell'Immacolata Concezione, prima beata vissuta e morta in India. Il card. Vithayathil invita a prendere esempio dalla sua vita, rinnovando la chiamata alla santità di ogni essere umano.
Mahe (AsiaNews) – L’annunciata canonizzazione della beata Alfonsa dell'Immacolata Concezione “è un richiamo alla santità, molto significativo soprattutto in questi tempi moderni: la sua vita, segnata dalla sofferenza, ha una dimensione salvifica”. E’ il commento del card. Varkey Vithayathil, arcivescovo di Ernakulam-Angamaly, all’annuncio dell’approvata canonizzazione della prima beata vissuta e morta in India, decisa dal Papa lo scorso 1 giugno.
Grazie a questa approvazione, spiega il porporato ad AsiaNews, “diamo un valore ancora più forte al nostro Stato, il Kerala, che significa ‘Stato di Dio’. La prossima santa rende ancora più vera questa definizione”.
Tutti gli esseri umani, continua, “sono chiamati alla santità, e la beata Alfonsa ne è stata vera testimone. La sua vita, seppur breve, è stata un modello di santità, umiltà ed amore. Proprio questo amore, che ha vissuto fra le sofferenze, ha fatto da tramite con Gesù Cristo in croce, cui lei si è sempre offerta: questo dono deve divenire un modello per l’umanità contemporanea”.
Nell’India di oggi, sottolinea ancora il card. Vithayathil, “i cristiani soffrono: abbiamo leggi anti-conversione e siamo testimoni di nuovi, numerosi attacchi contro la Chiesa. Grazie a questa canonizzazione, la popolazione indiana inizierà a capire meglio la verità che sta alla base della fede cattolica”. “Possa la beata – conclude – ispirare ed intercedere affinché i fedeli capiscano come si possa vivere una vita di santità. Possa tutto il mondo rinnovare questa chiamata, in ogni aspetto del quotidiano”.
Nata con il nome di Anna Muttathupadam, suor Alfonsa è stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1986, la prima beata dell’India. Nata ad Arpukara (Kerala) il 19 agosto 1910, viene battezzata secondo il rito siro-malabarese; rimasta orfana in tenera età, a 17 anni entra come postulante nel monastero delle clarisse.
Nel 1936 emette i voti perpetui nel monastero delle clarisse malabaresi di Bharananganam, dove le viene affidato il compito di insegnare, che deve abbandonare quasi subito per motivi di salute. Muore a soli 36 anni, il 28 luglio 1946.
Sono numerosissimi i pellegrinaggi che ogni anno si recano sulla sua tomba per pregare e chiedere grazie: fra i fedeli non vi sono solo cattolici, ma anche molti musulmani ed indù, attratti dalla purezza della sua giovane vita tanto sofferta e dal suo potere taumaturgico.
Nel santuario di Bharanganam, a lei dedicato, vive p. Francis Vadakel, che la conobbe bene: “Vi era sempre il segno della grazia sul suo volto – dice ad AsiaNews – qualunque problema avesse, di salute od altro. Ha affrontato la vita con il sorriso”.
Prima di suor Alfonsa, l'India ha già avuto un santo, Gonsalo Garcia. Nato nel 1556 o 1557, morì, martire, in Giappone, nel 1597.
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