Veglia di preghiera per la pace a Gerusalemme, 'madre di tutti'
La lettera-appello di mons. Pierbattista Pizzaballa alla preghiera. Il dolore per la Terra Santa insanguinata e la condanna di “ogni forma di violenza, ogni uso cinico di vite umane e di violenza sproporzionata”. P. Ibrahim, sacerdote palestinese: “In questo momento, speriamo solo nel Signore Dio, perché produca un cambiamento nel cuore dei leader politici, affinché finisca questo spargimento di sangue”.
Gerusalemme (AsiaNews) – I fedeli della diocesi di Gerusalemme si raccoglieranno in preghiera il 19 maggio, vigilia della Pentecoste, per chiedere “allo Spirito Santo di illuminare i cuori e cambiare la mente dei leader politici, perché si incontrino per risolvere questo conflitto che dura ormai da quasi 100 anni”. E' quanto dice ad AsiaNews p. Ibrahim Shomali, sacerdote palestinese e cancelliere del Patriarcato latino di Gerusalemme.
I fedeli si riuniranno per pregare per la pace alle 17.00 nella chiesa sant’Etienne dell’Ècole biblique. Mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato, ha annunciato la veglia in una lettera-appello pubblicata ieri sera. Il prelato esprime dolore per i violenti scontri di questi giorni, “ennesima esplosione di odio e violenza, che sta insanguinando ancora una volta la Terra Santa”. “Ancora una volta – scrive mons. Pizzaballa – come in una sorta di circolo vizioso, siamo costretti a condannare ogni forma di violenza, ogni uso cinico di vite umane e di violenza sproporzionata. Ancora una volta siamo costretti dalle circostanze a chiedere e gridare per la giustizia e la pace!”. L’amministratore apostolico invita “tutta la comunità cristiana della diocesi ad unirsi in preghiera per la Terra Santa, per la pace di tutti i suoi abitanti, per la pace di Gerusalemme, per tutte le vittime di questo interminabile conflitto,” e continua: “Dobbiamo pregare di più per la pace e per la nostra conversione, e per quella di tutti”.
P. Ibrahim spiega che la celebrazione non si terrà solo nella chiesa di sant’Etienne, ma anche in altre parrocchie del Patriarcato, e “anche la domenica di Pentecoste sarà una giornata di preghiera per la pace”. La diocesi di Gerusalemme è chiamata in modo particolare a pregare, perché “Gerusalemme è la madre di tutti. Gerusalemme non è ‘moglie’, non è ‘proprietà privata’, ma è madre di tutti. E la ‘mamma’ è triste quando uno dei suoi figli viene escluso o sta morendo. Per questo Gerusalemme è madre di tutti quelli che vivono in questa terra: cristiani, musulmani ed ebrei”. P. Ibrahim ribadisce che l’invito a “pregare per la nostra terra” è rivolto a “tutte le persone di buona volontà”.
Il giorno dell’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme è visto da molti palestinesi come la fine della soluzione “due popoli, due Stati”. Nelle manifestazioni che ne sono seguite, sono stati uccisi 63 palestinesi e feriti migliaia.
“Per il popolo palestinese è un momento molto difficile – commenta p. Ibrahim – Il futuro appare molto oscuro. Non vi vede nulla, non si scorge speranza per una pace duratura. Il mondo guarda, senza dire una parola. In questo momento, speriamo solo nel Signore Dio, perché produca un cambiamento nel cuore dei leader politici, affinché finisca questo spargimento di sangue. L’unica soluzione è il Signore.”
All’udienza generale di questa mattina, lo stesso papa Francesco ha fatto appello per la fine delle violenze, ribadendo “che non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”.
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