Varanasi sgombera le opere sociali dei gandhiani per un centro commerciale
Nel feudo elettorale di Modi demoliti gli edifici del Sarva Seva Sangh. Chiusa una scuola informale che radunava oltre 100 bambini, distrutti un centro studi e una biblioteca con migliaia di libri del mahatma lasciati a marcire sotto la pioggia. Tra la gente circola il nome del magnate Adani come sponsor dell'operazione. P. Mathew (Indian Missionary Society): "Un atto crudele senza precedenti su un'area data in concessione nel 1960. Dicano la verità su che cosa vogliono costruire".
Varanasi (AsiaNews) - La polizia e l'amministrazione locale hanno sgomberato sabato 22 luglio il campus dell'organizzazione sociale Sarva Seva Sangh, un istituto gandhiano di Varanasi, nell'Uttar Pradesh che gestiva anche la scuola Kasturba Balvadi per ragazzi poveri. In presenza di strette misure di sicurezza, la polizia ha preso in custodia otto persone che si opponevano all'azione. Oltre 100 scolari minori di età compresa tra i 3 e i 12 anni si sono così trovati improvvisamente a dover affrontare una minaccia per la loro istruzione. Anche i 20 dipendenti del Sangh sono rimasti senza lavoro e senza casa, per lo sfratto dai locali dove vivevano da decenni.
Il governo locale - guidato dai nazionalisti indù del Bjp del premier Narendra Modi, che a Varanasi ha il seggio elettorale in cui è stato eletto nel parlamento indiano - vuole demolire tutti gli edifici del Sangh, sostenendo che l'istituto sorge su 14 acri di terreno ferroviario invaso. Un'accusa che l’organizzazione nega, sostenendo di aver ottenuto in concessione i terreni anni fa e che si tratta di una manovra del governo centrale per "cancellare ogni simbolo di Gandhi".
“La scuola (ufficialmente registrata) era destinata ai raccoglitori di stracci e ai figli dei barcaioli, ai quali viene impartita un'educazione non formale, che comprendeva nozioni di base di scienza, arte, musica e altre discipline”, ha dichiarato Arvind Singh Kushwaha, segretario dell'unità di Varanasi del Sangh, che ha sede a Sewagram, nel Maharashtra. Il Centro – con cui collaborano anche alcuni sacerdoti dell’Indian Missionaries Society - aveva anche una biblioteca e promuove una propria pubblicazione: anche quanti vi lavorano appartengono a famiglie povere che hanno trovato alloggio qui.
L'azione della polizia è avvenuta dopo che le ferrovie avevano apposto avvisi di demolizione su tutti gli uffici del Sangh il 27 giugno, giorni dopo che l'amministrazione locale aveva dichiarato proprietà delle ferrovie. Il Sangh - al contrario - sostiene di avere documenti che provano che il terreno è stato acquistato nel 1960 grazie agli sforzi di Vinoba Bhave e con il coinvolgimento dell'allora presidente Rajendra Prasad. Non è chiaro perché le autorità locali dopo decenni stiano intervenendo ora. Si parla, però, di un progetto immobiliare per la costruzione di un grande centro commerciale su questi terreni, che si trovano in un’area di valore vicino a un porto turistico. Circola anche il nome di Gautam Adani, il contestato magnate molto vicino a Narendra Modi, come sponsor dell'operazione.
L'Alta Corte di Allahabad e la Corte Suprema si sono rifiutate di intervenire e avevano chiesto al Sangh di rivolgersi al tribunale distrettuale, che avrebbe dovuto esaminare la questione il 28 luglio. Ma il governo locale ha agito prima dell'udienza.
Durante lo sgombero la polizia ha arrestato otto membri della comunità tra cui Ram Dhiraj, 70 anni, capo dell'unità di Varanasi del Sangh, che davanti al cancello stavano facendo un satyagraha, una protesta non violenta per impedire l’ingresso della polizia. Ieri a Varanasi si sono tenute manifestazioni di protesta in solidarietà con Sarva Seva Sangh: più di 100 persone hanno marciato fino alla statua di Ambedkar e hanno consegnato un memorandum all'amministrazione locale, chiedendo di restituire la proprietà al Sangh e di agire contro i funzionari che hanno mentito al tribunale sostenendo che non vi sia un atto di vendita.
Da Varanasi il sacerdote cattolico p Anand Mathew, dell’Indian Missionaries Society, che ha collaborato per oltre trent’anni con Sarva Seva Sangh, racconta ad AsiaNews: “Stanno demolendo 22 edifici compreso l’Istituto di Studi Gandhiani attivo da 60 anni nello studio e nella promozione del pensiero del mahatma. Ci sono anche un museo, dei servizi comunitari. La biblioteca è distrutta: 500mila copie di libri sul pensiero di Gandhi sono lasciati a marcire sotto la pioggia. Non c’è nessun bene comune dietro a questo sgombero: è destinato solamente all’avidità e al lusso di quanti stanno al potere. Il governo sta usando il dipartimento delle Ferrovie per reclamare i terreni, ricorrendo a menzogne. Qui non c’è nessuna occupazione – denuncia p. Mathew -. È un atto crudele senza precedenti. L’ente delle Ferrovie dica con chiarezza per che cosa vuole indietro questi terreni su cui ufficialmente non c’è nessun progetto. Non c’è nessun dialogo pubblico, solo demolizione di tutti gli edifici e sgomberi. Chiediamo che la verità sia detta chiaramente. La gente di Varanasi con il sostegno delle persone di buona volontà continuerà a lottare contro questi piani frutto solo dell’avidità. Lotteremo per la pace e le giustizia”.
Foto: Matters India
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