Vaclav Havel scrive a Hu Jintao: “Libera Liu Xiaobo”
L’ex presidente ceco – estensore di Charta ’77 - si è presentato insieme ad altre due figure della dissidenza di Praga davanti all’ambasciata cinese per chiedere il rispetto dei diritti umani in Cina e un giusto processo di appello per l’autore di Carta 08.
Praga (AsiaNews/Agenzie) – L’ex dissidente cecoslovacco Vaclav Havel, leader della Rivoluzione di Praga, si è presentato ieri insieme ad altri due oppositori del regime sovietico all’ambasciata cinese della capitale ceca per chiedere la liberazione di Liu Xiaobo. Liu, professore e attivista per i diritti umani, autore di Carta 08, è stato condannato lo scorso 25 dicembre ad undici anni di prigione per “sovversione contro il potere dello Stato”.
Havel era accompagnato dall’attore Pavel Landovsky e dal vescovo Vaclav Maly, due figure di spicco nel corso della rivolta anti-sovietica degli anni Ottanta. Ai giornalisti riuniti davanti all’ambasciata ha detto: “Siamo qui per chiedere al presidente e al governo cinese di non perseguitare coloro che combattono per i diritti umani. Diritti che, tra l’altro, sono sostenuti dai trattati internazionali siglati da Pechino”.
Havel, presidente cecoslovacco (poi ceco) dal 1989 al 2003, è uno degli autori di Charta ‘77. Il documento, pubblicato esattamente 33 anni fa, chiedeva al regime sovietico al potere nel Paese europeo di rispettare i diritti umani della popolazione. Liu è uno degli estensori di Carta ’08, che si ispira proprio a Charta ’77 e domanda domanda democrazia e rispetto per i diritti umani come base per un vero sviluppo integrale della Cina.
Nella lettera indirizzata a Hu Jintao, il trio ceco definisce il processo contro Liu “il frutto di un ordine politico, un evidente avvertimento a tutti coloro che potrebbero aver voglia di seguire le sue tracce”.
Havel chiede a Pechino di “assicurarsi che l’appello presentato da Liu venga gestito in maniera corretta. Chiediamo inoltre che vengano ritirati gli arresti domiciliari e la sorveglianza della polizia imposti a coloro che hanno firmato Carta 08. Si deve smettere di criminalizzare la libertà di parola e liberare tutti i prigionieri di coscienza”.
L’ex dissidente ha già irritato il governo cinese invitando a una conferenza il Dalai Lama e Rebiya Kadeer, la leader uiguri in esilio negli Stati Uniti. Dopo aver suonato diverse volte alla porta dell’ambasciata, senza ricevere risposta, Havel ha imbucato la lettera: “Non mi aspettavo che l’ambasciatore ci avrebbe ricevuto, ma almeno un usciere avrebbe potuto prendere la lettera”.
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