27/01/2025, 10.18
INDIA
Invia ad un amico

Uttarakhand: primo Stato ad adottare il Codice civile uniforme del BJP

di Nirmala Carvalho

La normativa, che prevede la registrazione di matrimoni, divorzi e convivenze per tutte le fedi religiose è ufficialmente entrata in vigore oggi e si applicherà anche ai cittadini dell'Uttarakhand residente in altri Stati indiani. Per i sostenitori della legge si tratta di un'importante riforma a favore dell'uguaglianza, ma abolisce una serie di pratiche religiose musulmane e rischia di creare conflitti legali tra governo centrale e amministrazioni locali.

Dehradun (AsiaNews) – L’Uttarakhand è diventato il primo Stato indiano ad adottare il Codice civile uniforme (UCC). La nuova normativa è ufficialmente entrata in vigore oggi alle 12.30 (ora locale) e si applicherà a tutti i cittadini dell’Uttarakhand, compresi quelli che vivono fuori dallo Stato. 

L’UCC introduce riforme sociali significative come l’uguaglianza dei diritti di proprietà per figli e figlie, il divieto della poligamia, la registrazione obbligatoria dei matrimoni indipendentemente dalle usanze religiose e l’abolizione della distinzione tra figli legittimi e illegittimi, garantendo loro pari diritti. Anche le convivenze dovranno essere registrate e la legge prevede pene severe in caso di mancata registrazione. 

La riforma, sostenuta dal Bharatiya Janata Party (BJP) del primo ministro Narendra Modi, è stata descritta come una pietra miliare per un codice civile veramente laico. “Una nazione moderna non ha bisogno di ‘leggi doppie’”, aveva affermato Modi in un discorso del 2023, indicando l’UCC come un passo cruciale verso l’eliminazione delle discriminazioni di genere nelle leggi personali.

Il premier ha più volte fatto riferimento all’articolo 44 della Costituzione indiana che prevede un codice civile uniforme per l’intero Paese. Ma la legge ha suscitato anche critiche e preoccupazioni. I detrattori sostengono che rischia di compromettere l’identità culturale e religiosa delle comunità minoritarie, in particolare di cristiani e musulmani, e di violare il loro diritto di seguire pratiche religiose personali, ignorando la ricca pluralità dell’India. 

La riforma infatti abolisce tutte le pratiche relative al matrimonio e al divorzio nel diritto personale musulmano, per cui molti temono che l’UCC possa essere usato per emarginare le minoranze e fomentare tensioni comunitarie tra gli indù che sostengono il BJP e altri gruppi.

Anche a livello legale potrebbero esserci problemi perché le leggi personali sono materia concorrente tra il governo centrale e i singoli Stati, generando controversie tra le differenti amministrazioni. 

Il chief minister dell’Uttarakhand, Pushkar Singh Dhami, che aveva promesso l’attuazione della legge alle elezioni locali del 2022, ha presieduto l’evento di lancio, inaugurando anche un portale online per cittadini e funzionari in cui verranno registrati tutti i documenti. “Stiamo rispettando i nostri impegni. L’abrogazione dell’articolo 370 nel Jammu e Kashmir ne è un esempio”, ha detto Dhami facendo riferimento a un altro cavallo di battaglia del BJP, l’abolizione della autonomia del Kashmir, la regione contesa con il Pakistan e a maggioranza musulmana. “Oggi la Repubblica indiana è più forte sotto la guida del primo ministro Narendra Modi”, ha aggiunto il chief minister.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Corte Suprema indiana discuterà sullo swami che chiama alle armi contro i musulmani
11/01/2022 13:57
Kumbh Mela, l'appello di Modi: con la pandemia sia solo simbolico
17/04/2021 10:53
Modi trionfa nelle elezioni regionali indiane e spinge al declino Rahul Gandhi
14/03/2017 11:41
New Delhi: demolita la casa di un musulmano che aveva salvato i lavoratori dell'Uttarakhand
05/03/2024 13:44
Uttarakhand, gli 'uomini-ratto' i veri eroi del salvataggio dei 41 lavoratori nel tunnel
29/11/2023 13:44


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”