Uttarakhand, pastore arrestato e poi rilasciato senza accuse
Il rev. Vipin Kumar è stato tenuto in custodia per otto ore. Teppisti di estrema destra hanno interrotto un raduno di preghiera. Le accuse di conversioni forzate “sono usate per intimidire la minuscola comunità cristiana in India”.
Mumbai (AsiaNews) – Un pastore pentecostale è stato arrestato ieri in Uttarakhand, India settentrionale, senza che contro di lui fossero state presentate accuse. Lo denuncia ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), che aggiunge: “La polizia ha arrestato e tenuto in custodia per otto ore il rev. Vipin Kumar alla stazione di polizia di Kotwali Laksar. Alla fine il pastore è stato rilasciato senza accuse”.
Il presidente del Gcic spiega che il rev. Kumar “stava guidando un incontro di preghiera nel villaggio, quando – senza alcuna provocazione – una folla di teppisti di estrema destra ha interrotto il raduno. Gli agenti hanno arrestato il pastore e lo hanno rinchiuso nella stazione di polizia alle 11 del mattino. Lì lo hanno interrogato e liberato solo alle 7.46 di sera”.
Il leader cristiano lamenta che “mentre gli scagnozzi di destra interrompevano le preghiere e causavano disturbi all’ordine pubblico, un cristiano innocente è stato arrestato. Ringraziando il cielo, il pastore non è stato incriminato. Ad ogni modo, è un paradosso della giustizia che gli estremisti di estrema destra sfuggano alla mano della legge anche se terrorizzano le minoranze religiose, e persone innocenti vengano detenute e arrestate”. Sajan George segnala che “i cristiani pentecostali vengono trattati come cittadini di seconda classe”. Poi esprime preoccupazione perché “durante il santo periodo di Quaresima [assistiamo] ad un picco di [episodi] di interruzioni di preghiere, intimidazioni e arresti dei fedeli”.
Il presidente del gruppo cristiano ricorda che i cristiani in India rappresentano il 2,3% della popolazione totale [circa 27,8 milioni, di cui 19 milioni di cattolici, su 1,2 miliardi di abitanti – ndr]. “L’accusa di conversione [forzata] – prosegue – è utilizzata di continuo per alimentare il sospetto e l’intolleranza verso la minoranza cristiana in India. Gli estremisti adoperano una falsa propaganda sulla base di accuse fabbricate. Essi manipolano la maggioranza in modo da molestare e intimidire con numerosi attacchi la minuscola comunità cristiana pentecostale”.