Uttar Pradesh: tombe cristiane vandalizzate; (false) accuse di conversioni forzate (VIDEO)
Croci divelte e spezzate; lapidi sbriciolate. Nello Stato ha vinto il partito nazionalista indù. Nella regione crescono le violenze contro i cristiani. L’organizzazione Hindu Yuva Vahini, fondata dall’attuale Chief Minister, per il ritorno dei Dalit all’induismo.
Allahabad (AsiaNews) – Croci divelte e distrutte; lapidi sbriciolate: almeno una decina di tombe cristiane sono state vandalizzate nel cimitero di Rajapur ad Allahabad (Uttar Pradesh), come dimostra un video che presentiamo messo a disposizione dal Global Council of Indian Christians (Gcic). Il suo presidente, Sajan K George, commenta ad AsiaNews: “Le violenze contro le tombe cristiane feriscono in profondità i nostri sentimenti religiosi e mostrano disprezzo verso i nostri antenati. Quanto è stato fatto mostra una cultura dell’impunità, con l’intento di causare insicurezza e paura nelle menti della nostra minuscola comunità cristiana. Come potete vedere, sono state divelte e spezzate delle croci e molte lapidi ed epitaffi sono stati ridotti a pezzi”.
L’Uttar Pradesh è lo Stato più popoloso dell’India, dove il partito nazionalista indù Bjp ha ottenuto una vittoria senza precedenti nelle scorse settimane. Ma lo Stato è anche noto per un crescendo delle violenze contro i cristiani.
Negli stessi giorni del vandalismo al cimitero, i volontari dell’Hindu Yuva Vahini, un’organizzazione di estrema destra fondata nel 2002 dall’attuale Chief Minister dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, sta diffondendo accuse di conversioni forzate al cristianesimo di comunità locali di Dalit.
Sajan K George definisce le accuse “totalmente infondate”.
Toma, il capo dell’Hindu Yuva Vahini per la zona ovest dell’Uttar Pradesh ha dichiarato: “I missionari cristiani hanno adescato i nostri giovani per decenni. Dobbiamo indentificare queste persone e persuaderli a ritornare alla loro religione di origine”.
Il presidente del Gcic commenta: “L’India è una nazione democratica e laica, e noi cristiani siamo un minuscolo 2,3% della popolazione. Le accuse di conversione sono infondate e false”.