Uttar Pradesh, tre pastori pentecostali indagati per ‘conversioni forzate’
Le accuse riguardano 271 persone in totale, ma i nomi dei pastori sono gli unici resi noti. Radicali indù li accusano di aver diffuso false informazioni sull’induismo e convinto alla conversione anche attraverso l’uso di droghe.
Mumbai (AsiaNews) – In Uttar Pradesh tre pastori pentecostali sono indagati con l’accusa di aver estorto conversioni a ignari indù e averli convinti ad abbracciare il cristianesimo diffondendo informazioni false sull’induismo. Ne dà notizia Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). Ad AsiaNews egli denuncia: “In Uttar Pradesh i radicali indù fanno accuse fabbricate e senza fondamento contro i cristiani pentecostali innocenti”.
Secondo il leader cristiano, nello Stato indiano “si assiste ad un’impennata delle persecuzioni contro i cristiani. Pastori pentecostali e gruppi cristiani sono sotto continua sorveglianza sia da parte di elementi radicali sia da parte delle forze di polizia”.
La denuncia (First Information Report) è stata depositata il 5 settembre scorso nella stazione di polizia di Chandwak, nel distretto di Jaunpur. I pastori indagati sono: Durga Prasad Yadav, Kirit Rai e Jitendra Ram. I loro nomi compaiono in una lista di 271 persone totali, ma le identità dei tre pastori sono le uniche ad essere state rivelate.
Anil Kumar Pandey, sovrintendente aggiunto di polizia, dichiara: “Le 271 persone sono accusate di vari reati penali come truffa, contaminazione di luoghi di culto, pregiudizio contro l’integrazione nazionale”. Brijesh Singh, avvocato di coloro che hanno sporto denuncia, sostiene che gli accusati da anni tentano di convincere le persone dei distretti di Jaunpur, Varanasi, Azamgarh e Ghazipur a frequentare la chiesa del villaggio di Baldesh e assistere alle preghiere. “Dopo le preghiere della domenica e del martedì – aggiunge – essi erano soliti diffondere false informazioni sull’induismo per convincerli ad abbracciare il cristianesimo. Inoltre gli accusati distribuivano medicine proibite e droghe ai visitatori, e sotto il loro effetto li influenzavano a diventare cristiani”.
Sajan K George ribadisce che “l’India è un Paese laico con garanzie costituzionali. Nessuno è obbligato ad accogliere Cristo. Molte persone di altre religioni partecipano alle preghiere, perché esse portano loro pace, conforto e dignità”. (NC)
23/11/2018 10:41