Uttar Pradesh, ispettore assassinato da una ‘cospirazione indù’
L’incidente è avvenuto nel distretto di Bulandshahr. La vittima si chiamava Subodh Kumar Singh e aveva indagato sui musulmani linciati in nome delle “vacche sacre”. Secondo un attivista e avvocato musulmano la dinamica della morte fa pensare ad una esecuzione. L’ispettore “era odiato dalle forze settarie”.
Lucknow (AsiaNews) – L’ispettore di polizia freddato con un colpo di pistola alla tempia due giorni fa in Uttar Pradesh è stato assassinato da una “cospirazione indù”. Lo afferma ad AsiaNews Asad Hayat, attivista e avvocato musulmano. Secondo Hayat, avvocato della famiglia di Mohammad Akhlaq, ucciso nel 2015 a bastonate dai “vigilanti delle vacche” per il sospetto di aver consumato carne bovina, l’omicidio dell’agente è riconducibile proprio alle indagini che egli aveva condotto su quel caso di linciaggio, divenuto famoso in tutto il Paese. Hayat sostiene: “Ad ammazzarlo è stata una cospirazione criminale ordita contro di lui dai teppisti del villaggio. Per loro stessa ammissione, i teppisti sono legati ai partiti di estrema destra indù”.
Il 3 dicembre una folla di nazionalisti indù “protettori delle vacche” ha devastato la stazione di polizia di Syana, nel distretto di Bulandshahr, e ucciso l’ispettore Subodh Kumar Singh e un giovane di 20 anni. Da una prima ricostruzione dei fatti, i radicali avrebbero protestato per il ritrovamento di una ventina di carcasse di mucche abbandonate nella foresta. Il poliziotto, che tentava di placare i manifestanti, sarebbe stata una vittima “collaterale” di quelle violenze.
La vicenda ha assunto connotazioni settarie fin dall’inizio, quando la comunità islamica è stata incolpata di macellazione illegale di carne bovina. In India la vacca è l’animale sacro dell’induismo e la sua uccisione è considerata un oltraggio agli dei. L’Uttar Pradesh è tra gli Stati indiani che hanno vietato il commercio e consumo della carne e imposto la chiusura dei mattatoi. Il bando è stato contestato da più parti, perché mette a rischio la sopravvivenza dei poveri, soprattutto musulmani e cristiani, che ne lavorano le pelli.
Anche la dinamica della morte dell’ispettore, ucciso con un colpo di pistola “dietro il sopracciglio sinistro”, aveva sollevato il dubbio che si trattasse di una esecuzione in piena regola. A confermarlo oggi è l’avvocato della famiglia di Akhlaq, che aggiunge un altro tassello: “L’ispettore Subodh Kumar Singh” sapeva molto bene che i fondamentalisti di estrema destra sanno incitare alla violenza, ed è per questo che essi lo hanno attaccato. Singh è stato ucciso in un complotto ben organizzato, perché era odiato dalle forze settarie per le sue indagini sul caso di Akhlaq. A Syana gli attivisti nazionalisti lo accusavano di simpatizzare con i trafficanti delle vacche”. Vista la delicatezza dell’argomento “vacche sacre” in Uttar Pradesh, aggiunde Hayat, “chi mai si sognerebbe di lasciare abbandonate in un campo le teste e la pelle dei bovini?”. “L’ispettore sapeva che la situazione era pericolosa – conclude – ma si è avventurato tra i manifestanti da solo e in maniera pacifica. Invece è stato linciato e ucciso”.
04/12/2018 14:37
12/10/2016 12:23