Uttar Pradesh, giudice Alta Corte: 'Hindustan funzioni secondo volontà della maggioranza'
I commenti sono stati fatti durante un evento organizzato dall'estrema destra indù ultranazionalista. Il giudice Shekhar Kumar Yadav aveva già in passato fatto diversi commenti anti-musulmani e di recente è tornato a sostenere la necessità del codice civile uniforme. Le opposizioni hanno denunciato le dichiarazioni alla Corte suprema.
Prayagraj (AsiaNews) - Un giudice dell’Alta Corte di Allahabad, Shekhar Kumar Yadav, partecipando a un evento organizzato dal Vishwa Hindu Parishad, un’organizzazione induista di estrema destra, a Prayagraj, nell’Uttar Pradesh, ha detto che “questo è l'Hindustan, e questo Paese dovrebbe funzionare secondo la volontà della maggioranza”, in base a video circolati online, generando aspre critiche da parte dei partiti di opposizione in India.
Durante la conferenza, che si è tenuta l’8 dicembre, il giudice ha poi criticato alcune pratiche islamiche, sostenendo la necessità dell’introduzione del codice civile uniforme (UCC), un tema che da tempo divide l’opinione pubblica e le forze politiche indiane.
I partiti dell’opposizione hanno esortato il presidente della Corte Suprema indiana Sanjiv Khanna a prendere atto della questione. Mahua Moitra del Trinamool Congress e Asaduddin Owaisi dell’All India Majlis-e-Ittehadul Muslimeen hanno ricordato l’importanza dell'indipendenza e dell'imparzialità della magistratura. Owaisi ha sottolineato che la Costituzione indiana prevede la separazione dei poteri.
“Non ho esitazioni a dire che questo è l'Hindustan, questo Paese funzionerà secondo i desideri dei bahusankhyak [la maggioranza] che vivono nell’Hindustan. Questa è la legge. Non si può dire che lo dice un giudice dell'Alta Corte. La legge, infatti, funziona secondo la maggioranza. Guardatela nel contesto della famiglia o della società. Solo ciò che va a beneficio del benessere e della felicità della maggioranza sarà accettato”, ha detto Yadav all’incontro, aggiungendo che il codice civile uniforme non è solo qualcosa sostenuto dalle organizzazioni di estrema destra come il Vishwa Hindu Parishad o il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS, un gruppo paramilitare associato al partito ultranazionalista indù Bharatiya Janata Party da cui proviene il primo ministro indiano Narendra Modi). “Giuro che questo Paese porterà sicuramente una legge unica e la porterà molto presto”.
Il codice civile uniforme è da tempo un cavallo di battaglia del BJP, che intende uniformare le leggi che regolano questioni come il matrimonio, divorzio, eredità, adozione, che al momento sono regolate in maniera distinta in base alla religione di appartenenza.
Non è la prima volta che le affermazioni del giudice Yadava vengono criticate. Nel 2021 aveva chiesto al governo centrale a introdurre una legge per onorare Ram, Krishna, il Ramayana, il Mahabharata, la Bhagavad Gita e altri testi antichi alla base della religione induista, di cui aveva proposto l’insegnamento anche nelle scuole.
Nello stesso anno aveva affermato che le mucche dovrebbero essere protette dalla Costituzione (perché la prosperità della nazione dipende anche dal benessere delle mucche, che appartengono, a sua detta, alla cultura indiana) e la loro macellazione dovrebbe essere punita dalla legge. Anche questa è una questione che in realtà ha a che fare con la comunità musulmana, che non considera sacre le vacche e quindi, a differenza degli indù, commercia e mangia carne di mucca.
Ancora nel 2021 il giudice aveva negato la libertà su cauzione a un uomo accusato di aver convertito una donna all’Islam, e aveva difeso la popria posizione dicendo che la conversione di una persona parte della comunista maggioritaria (induista) che si converte a un’altra religione dimostra che il Paese è debole e consente al fanatismo religioso di trarne vantaggio.
In un altro caso, che riguardava un uomo accusato di aver insultato le divinità indù su Facebook (a cui era stata concessa la libertà su cauzione), Yadav aveva scritto che i post erano un attacco alla fede della maggioranza della popolazione indiana e se i tribunali trattassero queste persone con clemenza, ci sarebbe il rischio che si esaltino e che la loro condotta porti turbamento all’armonia nel Paese.
I vari commenti anti-musulmani sono stati citati dall’opposizione, che ora chiede la rimozione del giudice dall’incarico. Tuttavia Kshetriya Sanyojak Brijendra Singh, membro del VHP e tra i principali organizzatori dell’evento dell’8 dicembre, ha difeso il giudice, dicendo che le affermazioni sono state prese fuori dal contesto, mentre il BJP ha liquidato la questione sostenendo che tutti “hanno il diritto di esprimere le loro opinioni personali”.
03/06/2016 13:45
12/04/2019 09:52