Uttar Pradesh, due cristiani pentecostali arrestati per ‘conversioni forzate’
Il pastore Gyan Singh e Rambhajan verranno rilasciati oggi pomeriggio senza accuse. Gli abitanti “istigati ad accusarli di conversioni estorte con la forza”. “La Costituzione consacra il diritto ad annunciare la fede”.
Mumbai (AsiaNews) – Il Global Council of Indian Christians (Gcic) “condanna l’arresto e la detenzione di due cristiani pentecostali sulla base di accuse fabbricate di conversioni forzate in un villaggio dell’Uttar Pradesh”. Lo dichiara ad AsiaNews Sajan K George, presidente del gruppo cristiano. Egli denuncia che ieri sera il pastore Gyan Singh e Rambhajan sono stati incarcerati dalla polizia di Dubolia, dopo che “alcuni abitanti erano stati istigati ad accusarli in maniera falsa di conversioni estorte con la forza”.
Il leader del Gcic racconta che l’incidente è avvenuto mentre i due cristiani facevano visita alle case della frazione, nell’isolato di Bugauliya (distretto di Basti). “[Gli aggressori hanno agito] sulla base del mero sospetto e hanno fatto gruppo fino a provocare una gran confusione. A quel punto la polizia ha condotto i cristiani innocenti presso la stazione, dove poi li ha incriminati per ‘disturbo della quiete’”.
Funzionari delle forze dell’ordine riferiscono al Gcic che i due pentecostali verranno rilasciati oggi pomeriggio, senza che contro di loro sia stata formulata alcuna accusa formale. Sajan K George ribadisce che “i cristiani pentecostali non disturbano la pace. Gli abitanti del paese li hanno accusati con falsità e causato un putiferio. Per questo gli innocenti e vulnerabili cristiani sono stati posti sotto custodia”. Poi ricorda che la Costituzione “consacra i diritti [di tutte le confessioni], prevede che la fede possa essere annunciata senza forzare o plagiare nessuno. Invece la più veloce accusa rivolta contro i pentecostali è proprio quella di ‘conversioni forzate’”.
16/05/2017 08:51
23/11/2018 10:41