15/07/2022, 10.00
IRAQ
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Ur: nasce un centro per dialogo interreligioso, aperto a tutte le fedi

Il progetto nel solco della visita di papa Francesco e prevede edifici per la preghiera, una sala e un centro per incontri. Un punto di riferimento per cristiani, musulmani (sunniti e sciiti), ebrei e sabei. Un modo per ripartire, e ricostruire, dopo le violenze e le devastazioni della guerra e dei movimenti jihadisti. 

Baghdad (AsiaNews) - Il governo del governatorato di Dhi Qar, nel sud dell’Iraq, ha avviato l’opera di costruzione di un centro per il dialogo interreligioso, che comprende luoghi di culto per le fedi islamica, cristiana, ebraica e per i sabei. A questo si aggiungono una sala e un centro per il dialogo interreligioso, che sorgerà nei pressi dell’antica città di Ur, fra le più importanti aree archeologiche del Paese e legata alla figura di Abramo, il padre delle tre grandi religioni monoteiste.

Ur e Najaf hanno rappresentato una tappa fondamentale del viaggio apostolico di papa Francesco in Iraq nel marzo 2021. Nell’incontro con l’ayatollah Ali al-Sistani e nella preghiera interreligiosa di Ur sono state poste le basi, secondo diversi osservatori e leader islamo-cristiani, per un Iraq fondato sulla convivenza, sul pluralismo, sulla pace e una visione multiculturale, capace di superare il fondamentalismo jihadista. 

A raccontare la nascita del centro a Ur è il quotidiano pan-arabo Al-Araby Al-Jadeed (The New Arab), con base a Londra, secondo cui esso comprenderà luoghi di culto delle quattro religioni, e si estenderà su una superficie di oltre 10mila metri quadrati. Il progetto è parte di un programma per rilanciare e far rivivere l’antica città di Ur, nell’ambito di un piano più ampio promosso dal governo dopo la visita del pontefice nel Paese arabo.

Nel luglio dello scorso anno, il segretariato generale del Consiglio dei ministri iracheno ha annunciato l’approvazione di un centro per il dialogo interreligioso. In questi giorni il vice governatore di Dhi Qar Ghassan Al-Khafaji,, responsabile della pianificazione, ha confermato l’intenzione dell’amministrazione locale di concedere una licenza per la costruzione della prima chiesa, cui si affiancano opere di urbanistica e infrastrutture come acque, fognature e strade.

“Sono ancora in corso i lavori - sottolinea Al-Khafaji - per sviluppare un’area turistica nuova a Ur, accanto alla città antica, seguendo i parametri Unesco. E ne ha scelti quattro, il primo dei quali includerà un complesso per dialogo interreligioso, tra cui un sito di una chiesa, una moschea e una sala che collega le due aree, per essere il centro della città turistica”. Fonti cristiane auspicano che queste iniziative possano rafforzare la coesione fra fedeli di religioni diverse, uniti sotto la comune bandiera irachena.

Studiosi ed esperti definiscono questo progetto un modo per ricostruire dopo le devastazioni al patrimonio causate dalla guerra e dalle violenze confessionali, partendo proprio dai luoghi di culto. Per il ricercatore Ahmed Abdel-Hussein il progetto che sta per nascere a Ur può essere “un luogo da cui inizia l’unità”, contro le divisioni e le violenze del passato, archiviando “estremismo e fanatismo”. Chiese e moschee, ha aggiunto Abdul-Hussein, sono state prese di mira e demolite da gruppi estremisti “che abbracciavano ideologie radicali”. Ecco perché, conclude, “costruire un complesso che sia inclusivo delle religioni sarà una risposta importante” contro ogni tipo di estremismo e di fanatismo, rafforzando il valore dell’unità.

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