23/04/2015, 00.00
GIAPPONE-CINA
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Una visita allo Yasukuni, poche ore dopo l’incontro fra Shinzo Abe e Xi Jinping

Il santuario ricorda i caduti delle guerre. Fra questi vi sono personalità considerate criminali di guerra dalla comunità internazionale. Le visite allo Yasukuni alimentano tensioni economiche e di rivendicazioni territoriali. Le "profonde scuse" richieste per l'anniversario della Seconda guerra mondiale.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie)  - Un membro del governo di Shinzo Abe, Eriko Yamatani, ha compiuto stamane una vista al santuario di Yasukuni, dove si onorano i caduti per la patria nipponica. Ma nella lista dei caduti, considerati eroi, vi sono anche nomi di persone considerate criminali di guerra da parte della comunità internazionale e soprattutto dalla Cina. In passato, molte volte Pechino ha criticato il governo di Tokyo per questa devozione patriottica, che rischia di nascondere un atteggiamento guerrafondaio del Giappone.

La visita di Yamatani allo Yasukuni è avvenuta il giorno dopo uno storico incontro fra il premier Shinzo Abe e il presidente Xi Jinping a Jakarta. Tale visita voleva essere un nuovo inizio per i rapporti fra Giappone e Cina dopo anni di tensione alimentati dalla competizione economica e dalle rivendicazioni territoriali reciproche.

Abe aveva domandato ai membri del suo governo di non andare in visita allo Yasukuni prima che avvenisse l’incontro col leader cinese.

Invece, già ieri più di 100 parlamentari nipponici si sono recati al santuario e oggi vi è stata la visita di Yamatani, che è capo della Commissione nazionale per la pubblica sicurezza.

Per i giapponesi, lo Yasukuni è un simbolo di patriottismo. “Ho espresso il mio sincero apprezzamento per le persone che hanno combattuto e sacrificato le loro preziose vite per il bene della nazione”, ha detto Yamatani a conclusione del suo pellegrinaggio, “e ho fatto promessa di accrescere gli sforzi per costruire una nazione pacifica”.

Shinzo Abe non si reca allo Yasukuni dal dicembre 2013, ma due giorni fa, prima dell’incontro, ha inviato un omaggio floreale al santuario, provocando le critiche di Cina e Corea.

L’onore ai caduti e a quelli ritenuti criminali di guerra è un tema sensibile in questi mesi per l’avvicinarsi dell’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Pechino e Seoul esigono che il Giappone esprima “pentimento” e “profonde scuse” per le aggressioni passate.

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