23/01/2006, 00.00
MYANMAR
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Una rivolta in Myanmar è sempre più possibile

Secondo il senatore Kraisak Choonhavan lo spostamento della capitale indebolirà il controllo della giunta militare sulla popolazione. Il senatore critica anche la politica thai del "rapporto costruttivo", a sfavore dei rifugiati.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - La decisione della giunta birmana di spostare la capitale a Pyinmana potrebbe favorire una svolta democratica. Lo ha dichiarato il senatore thailandese Kraisak Choonhavan . "Ritengo che la decisione del governo di spostare la capitale a 400 km a nord - ha dichiarato il senatore - renderà più difficile e flebile il controllo dello stato sulla popolazione". "Penso che la giunta si sia chiusa in un vicolo cieco. E consiglierei ai birmani di non farsi trovare impreparati nei prossimi mesi all'eventualità di una insurrezione". "Se ci sarà una rivolta popolare – continua - non penso che gli ufficiali prenderanno le difese del "Consiglio di stato per la pace e lo sviluppo" (Csps). Mi è giunta la voce che anche molti ufficiali non sono contenti di come vanno le cose".

"Tutti i paesi sono molto preoccupati", continua Choonhavan. "Non sanno dove devono sistemare le loro ambasciate. La scadenza per il cambio di sede è ad aprile, e credo che per andare dalla vecchia capitale a Pyinmana ci vogliono 12 ore. Bisogna ancora scegliere le destinazioni, dove collocare ogni ambasciata. La Birmania ha molte contraddizioni e problemi".

Il senatore denuncia inoltre che gli interessi del primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra influenzano i rapporti con Yangon. "Abbiamo superato il limite del cosiddetto rapporto costruttivo", ha detto. Il governo thailandese, denuncia, "utilizza i soldi dei contribuenti per costruire strade nei paesi vicini con il lavoro forzato". La "Export-import investiment bank" – continua - ha stanziato miliardi di bath per "affari poco chiari". Di una parte consistente di questi soldi ne dovrebbe beneficiare una compagnia di telecomunicazioni controllata dalla famiglia del primo ministro, che venerdì 20 gennaio ha bloccato l'acquisizione da parte di Temasek, una società di investimenti di Singapore. "È inaccettabile. Questi accordi non sono trasparenti e non sono stati discussi in parlamento".

Ha poi dichiarato che sotto il precedente regime di Chuan Leekpai la Thailandia era orgogliosa di poter ospitare i rifugiati del Mynamar e della Cambogia. "Ora invece siamo di fronte ad una farsa. I thailandesi non possono accettare di essere amici di un regime che non rispetta i diritti umani". La Thailandia porta infatti avanti dei colloqui per estradare centinaia di attivisti politici del Myanmar che vivono in campi profughi al confine. "Mi vergogno di come il mio paese tratta i rifugiati".

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