Una massa d'acqua velenosa lunga 80 km. arriva ad Harbin
Contiene benzene che supera di 30 volte il limite consentito: può avvelenare, causare il cancro e altre malattie. Una popolazione furibonda e rassegnata attende che l'acqua passi. Si teme che l'inquinamento faccia danni anche in Russia.
Harbin (AsiaNews/Agenzie) - Una striscia di acqua contaminata lunga 80 km. si snoda con lentezza lungo il fiume Songhua, ed è giunta ad Harbin nelle prime ore del giorno, nel nord della Cina. Solo ieri però le autorità hanno ammesso che il Songhua presenta "un grave inquinamento", conseguenza dell'esplosione del 13 novembre all'impianto petrolchimico di Jilin, distante 380 km a sud di Harbin.
Prelievi vicino all'impianto il giorno dopo l'esplosione, hanno mostrato livelli di benzene 108 volte maggiori del limite consentito, tali da avvelenare i soggetti più deboli (bambini e anziani) e, in caso di assunzione prolungata, da causare il cancro o problemi al sangue. Al confine tra le provincie di Jilin e Heilongjiang la percentuale era 29,1 volte superiore al limite.
Dopo 2 giorni di panico, in cui i cittadini hanno affollato i negozi per fare incetta di bevande e cibo e intasato i mezzi di trasporto per lasciare la zona, oggi regna una calma innaturale. Il prezzo dell'acqua era più che raddoppiato, ma ora sono arrivate scorte di bottiglie d'acqua dalle città vicine e la situazione è tornata tranquilla.
Le scuole sono chiuse per una settimana e molti genitori hanno mandato i figli presso parenti in altre città. Il governo provinciale dell'Heilongjiang ha inviato 2 mila tonnellate di acqua prese dalle città vicine, ma Harbin ne consuma 18.600 tonnellate ogni giorno. Disposta l'evacuazione di chi abita entro 1.000 metri dal fiume e proibito passeggiare presso le rive.
Gli hotel sono mezzo vuoti. Chiusi bagni pubblici, lava auto, saloni di bellezza. Molti ristoranti hanno aperto, qualcuno ha esposto un cartello : "Gentili clienti, vi assicuriamo che il cibo qui è sano perché abbiamo un nostro profondo pozzo". Ma poche persone entrano.
Gli acquedotti sono stati riaperti ieri per 9 ore, ma di nuovo chiusi alle ore 23 locali. Il governo cittadino ha ordinato alle 74 ditte locali di acqua minerale di lavorare a pieno regime e ha mandato 148 funzionari a controllare la produzione. Ha aperto negozi che offrono acqua a basso prezzo e ha stanziato 1 milione di yuan per aiutare i poveri a comprare l'acqua, sotto controllo i prezzi di cibo e bevande. Tonnellate di carbone attivo sono stipate per filtrare l'acqua del fiume.
I cittadini di Harbin sono furibondi verso il governo e preoccupati delle menzogne e mezze verità dette dai leader. La notizia ufficiale dell'avvelenamento è stata diffusa solo 10 giorni dopo l'incidente. Se la notizia fosse stata tempestiva - si osserva - non ci sarebbero stati il panico e la corsa per accaparrarsi bevande e cibo. Anche adesso la gente non sa se la fornitura idrica sarà sospesa solo per 4 giorni come dice il governo o per un tempo maggiore.
La popolazione si chiede anche come mai no vi sono provvedimenti per Jilin e per altre città che prendono acqua dal Songhua. Cao Jianfeng, professore del Dipartimento di Ambiente e risorse dell'università di Jilin, ha spiegato ieri che la città di Jilin prende l'acqua a monte della fabbrica chimica e non ha avuto conseguenze. Aggiunge che la zona è rurale e i contadini vivono lontani dal corso d'acqua per paura di inondazioni e "di solito usano l'acqua dei loro pozzi". Ma l'acqua del fiume viene comunque attinta da molti agricoltori e da alcune città, per bere, lavarsi, irrigare i campi.
L'avvelenamento delle acque rischia di propagarsi anche in Russia. Mosca chiede urgenti notizie: domani la striscia inquinata giungerà nella regione di Habarovsk in Siberia e si teme che l'acqua del Songhua contamini anche il fiume Amur, di cui è affluente. (PB)