Una fatwa malaysiana condanna le ragazze “maschiaccio”
Kuala Lumur – (AsiaNews/Agenzie) Il Consiglio nazionale della fatwa della Malaysia, ha da poco emanato un giudizio nel quale si condanna la condotta delle donne che si comportano da “maschiaccio”. L’insolito provvedimento prende in esame e condanna in particolare le ragazze che, agendo in maniera poco femminile, "violano i principi dell’Islam".
L'organismo islamico ha preso il provvedimento durante un meeting nel nord della Malaysia, nel quale Harussani Idris Zacaria, muftì di Perak, ha espressamente stigmatizzato il comportamento delle ragazze che, a suo avviso, mancano di rispetto alla loro fede. Harussani, che fra le altre cose ha presieduto la riunione, ha presentato un rapporto nel quale ha messo in evidenza il numero crescente di queste “irrispettose”, aggiungendo che talvolta, tali modi di essere e di agire, si traducono nell’omosessualità. Pur non essendo esplicitamente proibita, quest'ultima è condannata in base alla norma per cui non è possibile praticare sesso contro l’ordine naturale. “Non importa che la proposta si trasformi in legge - ha spiegato il Muft - quando è sbagliato, è sbagliato. Si tratta di peccato - ha insistito – i comportamenti da 'maschiaccio' sono proibiti dall'Islam".
Secondo la fatwa in questione, le ragazze non potrebbero portare i capelli corti, e camminare, vestire e comportarsi in generale come i ragazzi; questi ultimi sono chiamati a rispettare a loro volta la norma. Nel proseguo dell’intervento Harussani ha parlato del rispetto nei confronti di Dio, un obbligo per tutti, come d’obbligo è comportarsi secondo natura. La fatwa-maschiaccio arriva all’indomani di alcuni casi di bullismo e baldorie, diffusi poi come videoclip nel web; ancora, un anno fa, una famosa attrice musulmana si era tagliata i capelli per una interpretazione, e già allora il fatto destò numerose polemiche. In quella circostanza il muftì di Perak, insieme con altri religiosi, esortarono i musulmani a non guardare il film, condannando aspramente l’attrice che assumendo i tratti dell’uomo, aveva violato l’Islam.
La presenza musulmana in Malaysia conta circa il 60% dell’intera popolazione (27 milioni), ed essi sono soggetti agli editti del Consiglio, anche quando questi non sono inseriti nella legge della Sharia. Non è chiaro ciò che attende coloro i quali dovessero vietare l’editto-maschiaccio, raramente infatti i trasgressori vengono puniti, a meno che l’editto non sia inserito nella giurisdizione nazionale, o della Sharia.