11/04/2022, 13.27
VATICANO
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Una famiglia ucraina e una russa insieme alla Via Crucis del papa

Porteranno la croce nella celebrazione del Venerdì Santo al Colosseo. Nei testi delle meditazioni la loro sofferenza: “Dove sei Signore? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”. In un’altra stazione le fatiche di una famiglia in missione.

Città del Vaticano (AsiaNews) -  Ci saranno anche una famiglia ucraina e una russa, insieme, a portare la croce durante la Via Crucis che la sera del Venerdì Santo papa Francesco presiederà a Roma al Colosseo. Lo faranno proprio nella stazione in cui si ricorda la morte di Gesù in croce e lo faranno mentre le meditazioni daranno voce alla loro sofferenza a causa della guerra. Ad annunciarlo è stata oggi la sala stampa vaticana, diffondendo i testi della celebrazione che - per volontà di papa Francesco - avrà al centro quest’anno la vita concreta delle famiglie. Accanto a quelle provate dal conflitto in Ucraina a portare la croce ci saranno anche, per esempi, una coppia di sposi anziani, una famiglia che gestisce una casa di accoglienza, una famiglia che si confronta con la perdita di un figlio, una famiglia migrante.

Nella stazione su Gesù che muore in croce a portare la croce saranno le famiglie di una infermiera ucraina, Irina, e di una studentessa russa di scienze infermieristiche, Albina, entrambe residenti a Roma. Le meditazioni che accompagneranno il loro gesto racconteranno: “Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. “Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Perché tutto questo? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli?”. “Le lacrime – prosegue il testo della meditazione - sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare”.

Nelle meditazioni delle stazioni precedenti quella su Gesù tradito da Giuda e abbandonato dai suoi racconta le fatiche di una famiglia in missione: “Siamo partiti per la missione – raccontano - quasi dieci anni fa, perché non ci bastava la nostra felicità. Volevamo mostrare l’amore di Cristo anche a chi non lo conosce. Non importa dove. Ma non è facile: non nascondiamo l’angoscia e la paura di condurre una vita familiare precaria, lontana dal nostro Paese. A tutto questo si aggiunge il terrore della guerra così drammaticamente attuale in questi mesi”. “A volte – si legge ancora in questa meditazione - davanti al dolore e alla sofferenza di una madre che muore di parto e per di più sotto le bombe, o di una famiglia distrutta dalla guerra o dalla carestia e dai soprusi, viene la tentazione di rispondere con la spada, di fuggire, di abbandonarti, di lasciare tutto pensando che non valga la pena… Ma sarebbe tradire i nostri fratelli più poveri, che sono la tua carne nel mondo e che ci ricordano che Tu sei il Vivente”.

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