Una donna israeliana e un soldato uccisi col coltello
Gerusalemme (AsiaNews) - Una donna israeliana e un soldato sono stati uccisi a coltellate in due attacchi diversi a Tel Aviv e nei Territori occupati.
La donna, Dalia Lamkus, 26 anni, era ferma ieri con altri alla fermata dell'autobus vicino all'insediamento israeliano di Alon Shvut. L'assalitore, Maher Hamdi al-Hashlamon, ha prima tentato di guidare la sua auto contro il gruppo, ma ha sbattuto contro una protezione di cemento. Uscito dall'auto, ha preso a coltellate la donna e altri due presenti. L'assalitore è stato ucciso da diversi colpi sparati dalle guardie all'entrata dell'insediamento.
L'attacco è avvenuto vicino al luogo in cui nel mese di giugno tre giovani israeliani erano stati rapiti e poi uccisi. L'incidente ha poi provocato l'uccisione di un giovane palestinese 17enne di Gerusalemme ad opera di alcuni estremisti israeliani. I due assassinii hanno prodotto una tensione crescente aprendo un nuovo capitolo della guerra fra Israele e Hamas a Gaza, durato 50 giorni.
Nell'attacco di Tel Aviv, un palestinese 17enne ha pugnalato Almog Shiloni, un soldato israeliano di 20 anni, vicino alla stazione ferroviaria. Il soldato è morto ieri sera per le ferite riportate. Il giovane palestinese è stato invece arrestato. Secondo la polizia egli è originario di un campo profughi vicino a Nablus, nel nord dei Territori occupati ed era entrato in Israele in modo illegale.
L'attacco a Tel Aviv mostra che la tensione si diffonde sempre più anche in zone rimaste finora tranquille. Nelle scorse settimane, in due attacchi, militanti palestinesi hanno investito con l'auto alcuni passanti a Gerusalemme, uccidendo quattro persone. I due assalitori sono stati uccisi. A innescare questa nuova ondata di violenze, sono alcune provocazioni di coloni sionisti e rabbini che rivendicano il diritto di pregare sulla spianata delle moschee, esigendo anche il cambiamento dello status quo a Gerusalemme.
Ieri a Kafr Kana sono continuate manifestazioni e scontri e solo nel pomeriggio è ritornata la calma, mentre gli arabi israeliani si sono radunati presso la famiglia di Kheir Hamdane, 22 anni, ucciso da poliziotti dopo aver minacciato alcuni di loro col coltello. Un video delle telecamere di sicurezza mostra che il giovane è stato colpito alle spalle, mentre si allontanava dall'auto della polizia, senza costituire alcuna minaccia per loro.
A Sakhnin, 1500 studenti delle superiori hanno tenuto un'assemblea davanti al municipio per criticare l'uccisione di Hamdane e gli eventi alla spianata delle moschee. A Nazareth, ieri sera, alcuni dimostranti hanno bloccato la via principale e bruciato alcuni pneumatici.
Ad attizzare ancora di più l'ira degli arabi israeliani vi sono alcuni commenti di membri del governo. Ieri il ministro della Sicurezza Yitzhak Aharonovitch ha espresso il suo "pieno sostegno" al comportamento di coloro che hanno ucciso Hamdane. Il sindaco di Kafr Kana, Mujahed Awadeh, ha stigmatizzato l'atteggiamento del ministro come "una macchia nella democrazia di Israele". "Se Kafr Kana fosse una città ebraica - ha detto - egli avrebbe dovuto dimettersi, ma questo è un villaggio arabo".
Gli arabi israeliani - circa 1,7 milioni in Israele - si lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe. Nelle aree da loro abitate vi è maggiore disoccupazione, minori infrastrutture, meno mezzi di trasporto, minori investimenti statali. Anche la possibilità di accedere ad alti livelli di educazione è molto limitata.
14/05/2018 08:50