Un nuovo santuario per i martiri coreani “fondatori di tutto il Paese”
Daejeon (AsiaNews) - I martiri "sono stati il dono più grande che Dio abbia fatto alla Corea del Sud. La loro testimonianza, il loro sacrificio sono sorgenti di ispirazione quotidiana per tutti noi. E inaugurare un nuovo santuario dedicati ai martiri cattolici è un atto sentito anche dai non cristiani, a dimostrazione di quanto il loro impegno sia stato recepito da tutti i coreani". Lo dice ad AsiaNews mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, a pochi giorni dall'inaugurazione del santuario "Hwangsae Bawee".
Il santuario, continua il presule, "sarà inaugurato il 20 ottobre e sarà il più grande di tutto il Paese. La costruzione è stata resa possibile dalle donazioni dei fedeli, ma anche dal generoso contributo dello Stato, che ne ha voluto riconoscere l'importanza storica comune a tutti noi. All'interno vi sarà una lapide con i 337 nomi dei martiri che vennero giustiziati durante la terribile repressione della dinastia Joseon".
La storia di questo luogo è particolare e di centrale interesse per la Chiesa locale. Alcuni secoli fa, qui si radunavano le cicogne: il nome significa in maniera letterale "la rocca delle cicogne". Ma "Hangswae", che suona allo stesso modo, significa anche "gogna": e durante l'ondata di furia anti-cristiana imposta dalla famiglia imperiale qui vennero condotti per essere giustiziati centinaia di fedeli.
Le condanne a morte venivano eseguite sul fondo della vallata - nel luogo esatto dove sorgerà il santuario - in modo da avere quanti più spettatori possibili: i cattolici venivano decapitati, impiccati, lapidati, costretti a morire di fame o torturati fino alla follia. "Per più di un decennio - spiega mons. You - nel corso della persecuzione Byeongin, i seguaci di Cristo condotti qui si sono rifiutati di abiurare la fede e sono morti con coraggio".
Fra i martiri di cui si è ritrovata l'identità vi sono Lee Jon-chang, uno dei primissimi leader cattolici coreani, la piccola figlia di Kim Chun-gyeom (impiccata a 10 anni) e Agostino Nam Sang-gyo, morto in prigione a 84 anni e padre di san Jon Nam Chong-sam, anche lui martire.
All'inaugurazione del santuario, conclude mons. You, "sarà presente mons. Padilla, Nunzio apostolico in Corea e Mongolia, ma anche il governatore della provincia, diversi deputati locali e Moon Jae-in, candidato democratico alle presidenziali di dicembre. Anche questa è una testimonianza di come questi martiri abbiano contribuito a formare tutto il Paese, non solo la nostra Chiesa".
05/07/2005