Un gruppo di cinesi continentali vola a Taipei per studiare la democrazia
Taipei (AsiaNews) - Le elezioni municipali che si sono svolte lo scorso 29 novembre 2014 a Taiwan hanno avuto un gruppo di osservatori d'eccezione. Per una settimana, infatti, alcuni cittadini della Cina continentale (membri di gruppi ispirati dai "Tre Principi" di Sun Yat-sen) hanno seguito il processo elettorale e democratico dell'isola, cercando di "imparare da questa esperienza". Il Global Times, organo di stampa vicino al Partito comunista, attacca l'iniziativa: ma Pechino ha comunque concesso al gruppo il permesso di viaggiare.
Il tour è stato organizzato dall'Associazione para-governativa per la cooperazione fra la Cina e Taiwan. Una decina di persone è stata selezionata per il proprio impegno a favore di "nazionalismo, democrazia e benessere del popolo": si tratta della formula politica teorizzata da Sun, primo presidente della Repubblica di Cina (fondata nel 1911) e considerato il padre della patria sia della Cina comunista che di quella di Taipei.
Fra loro anche Wang Xueli, che cura un blog dalla megalopoli di Chongqing, che spiega: "Fra i cittadini continentali cresce l'interesse per la politica della Repubblica di Cina [nome ufficiale di Taiwan, che Pechino considera 'una provincia ribelle' ndr]. Questo perché hanno dimostrato di essere in grado di esprimere giudizi politici, e perché in Cina aumenta l'aspirazione per il buon governo e la democrazia".
Chiamati in maniera dispregiativa "guo fen" - abbreviazione che sta per "fan della Repubblica di Cina" - questi intellettuali si difendono dalla persecuzione del governo sottolineando la loro fedeltà al pensiero di Sun Yat-sen. Alcuni celebrano persino il "doppio 10", la festa del 10 ottobre: la data segna la nascita della Repubblica democratica, e a Taiwan è festa nazionale. In un editoriale apparso oggi sul Global Times, le autorità centrali mettono in guardia la popolazione contro la "febbre della Repubblica di Cina, uno strumento politico usato per sfidare il potere di Pechino".
Una fonte di AsiaNews che lavora per il governo di Taipei, che vuole rimanere anonima, spiega: "Non si tratta di una febbre o di una sfida, quanto di un desiderio genuino. Quello per la libertà, di espressione e politica. Taiwan è la risposta pratica a chi dice che ai cinesi non interessa la democrazia perché non la capiscono. E' naturale che anche dalla Cina continentale vogliano sperimentare queste libertà".
In ogni caso, proprio il Partito che si rifà a Sun Yat-sen è uscito con le ossa rotte dal confronto elettorale. Il Kuomintang, formazione nazionalista, ha preso circa il 30% dei voti disponibili contro il 70% del Partito democratico progressista. Oggi, come annunciato da alcuni giorni, la guida del Partito e presidente del Paese Ma Ying-jeou si è dimesso. Tuttavia, rimane in carica come capo dello Stato.
27/04/2005