Un fermo 'no' da Forze libanesi e drusi alle richieste di Hezbollah
Beirut (AsiaNews) Ferma replica dei maroniti delle Forze libanesi e dei drusi di Joumblatt al discorso con quale il segretario di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha celebrato "la vittoria" del Partito di Dio su Israele e chiesto la formazione di un governo di unità nazionale, nel quale il suo partito abbia maggior peso.
Samir Geagea ha sostenuto che i "veri vincitori" sono le Forze libanesi che hanno finalmente ottenuto quel dispiegamento dell'esercito nazionale a sud, che chiedevano da tempo ed al quale Hezbollah si opponeva. Dal canto suo Joumblatt ha rinfacciato la dipendenza di Hezbollah dalla Siria per negare la possibilità di accordi col Partito di Dio.
In questo quadro di divisione, il patriarca maronita, card. Nasrallah Sfeir, ha condannato l'atteggiamento di chi è pronto a sottoporre al proprio interesse il bene della nazione ed ha chiesto che le adunate popolari servano "a diffondere l'amore per la patria" e riavvicinare le persone.
E' stata quasi una risposta alla mobilitazione organizzata venerdì da Hezbollah, la celebrazione, ieri, della messa per "i martiri delle Forze libanesi" che ha visto decine di migliaia di persone riunirsi ad Harissa, al santuario mariano nazionale. Intervenendo dopo la celebrazione religiosa, Geagea ha replicato alla richiesta di Hezbollah di un governo di unità nazionale sostenendo che "prima debbono accettare l'unità nazionale". Egli ha aggiunto che va anche risolta la questione delle armi del Partito di Dio: "non ci può essere uno Stato in competizione con uno staterello".
Analoghe considerazioni ha svolto alla Moukhtara il leader druso Walid Joumblatt, per il quale il discorso di Nasralah è un tentativo di colpo di Stato. "Finché voi ha aggiunto, rivolgendosi direttamente ad Hezbollah resterete incollati al regime siriano, responsabile di assassini in Libno, non faremo accordi con voi. Quando vi separerete dal regime siriano, potremo forse allacciare un dialogo per giungere ad un'intesa".
Dal canto suo, il patriarca Sfeir, celebrando la messa domenicale a Bkerke ha centrato sulla nozione di sacrificio la sua omelia. "Alcuni ha sostenuto sacrificano l'interesse nazionale al beneficio dei proprio interesse personale, così come alcuni gruppi sacrificano lo sacrificano a vantaggio della propria comunità". Per questo anche le manifestazioni popolari, nelle parole del cardinale, "diffondano l'amore per la patria, il senso del sacrificio per il bene della patria e riavvicinino i cuori". "Tutti i cittadini ha concluso debbono mostrarsi solidali e cooperare per rianimare il Paese e riportarlo alla stabilità ed alla prosperità".