01/07/2019, 15.36
MYANMAR
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Un birmano su quattro in estrema povertà: meno di 0,87 euro al giorno

Il direttore di Caritas Myanmar: "Mancanza di risorse produttive, scarsa istruzione e debiti sono le principali cause". La percentuale della popolazione al di sotto della soglia di povertà è scesa dal 48,2% nel 2005 al 24,8% nel 2017. Lo Stato Chin ha il più alto tasso di povertà, al 58%. L'indice è del 30,2% nelle aree rurali, mentre nelle aree urbane è dell'11,3%.

Yangon (AsiaNews) – Una persona su quattro in Myanmar vive ancora sotto la soglia di povertà. È quanto emerge dalla "Indagine sulle condizioni di vita 2017", pubblicata lo scorso 28 giugno dal ministero della Pianificazione e della finanza di Naypyidaw. Il documento è stato redatto con l'assistenza finanziaria e tecnica della Banca mondiale e del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp).

I ricercatori affermano che la percentuale della popolazione al di sotto della soglia di povertà è scesa dal 48,2% nel 2005 al 24,8% nel 2017. Nonostante la crescita demografica del Paese – passato nello stesso intervallo di tempo dai circa 48,9 milioni ai 54 milioni di abitanti – il numero di poveri è diminuito da 18,7 ad 11,8 milioni.

In Myanmar viene considerato povero chi vive con meno di 1.500 kyat (0,87 euro) al giorno. Secondo il rapporto, lo Stato Chin – nella parte occidentale del Paese – ha il più alto tasso di povertà, al 58%. Il Rakhine, dove è in corso la crisi umanitaria Rohingya ed imperversa il conflitto tra ribelli ed esercito governativo, è al secondo posto con il 41,6%. Le regioni di Thanintharyi, Mandalay e Yangon hanno tassi di povertà del 13%. L'indice è del 30,2% nelle aree rurali, mentre nelle aree urbane è dell'11,3%.

Mancanza di risorse produttive, scarsa istruzione e debiti sono le principali cause di povertà in Myanmar. Commentando i dati del ministero, lo dichiara ad AsiaNews Richard Win Tun Kyi, direttore nazionale di Caritas Myanmar – conosciuta in patria con il nome di Karuna Mission Social Solidarity (Kmss). "Le comunità rurali che non hanno risorse (come terra, attrezzature agricole, ecc.) – afferma Win Tun Kyi – sono le fasce di popolazione più povere del Paese. Esse vivono facendo affidamento su paghe giornaliere e, nei periodi di magra, sui prestiti in denaro da proprietari terrieri ed usurai".

I mezzi di sostentamento e la protezione sociale sono solo alcune delle principali aree di intervento di Kmss. L'organizzazione affronta il fenomeno povertà con programmi a breve e lungo termine. Tra i primi rientrano alcune iniziative di microfinanza e risparmio di gruppo. "Vogliamo – spiega il segretario nazionale – aiutare i poveri ad ottenere risposte migliori alle proprie necessità, attraverso strumenti innovativi. Per garantire la sicurezza alimentare, li sosteniamo nell'acquisto collettivo dei beni di base, a prezzi più convenienti; li motiviamo ad uscire dalla trappola del debito con piani di risparmio; nei momenti di crisi, forniamo loro una rete di sicurezza con piccoli prestiti senza interessi".

Sugli interventi a lungo termine, Win Tun Kyi dichiara: "Siamo impegnati in iniziative per l'educazione delle generazioni future; difendiamo presso le autorità governative il diritto delle persone ad accedere a servizi di base, come assistenza medica e scuola". In Myanmar, i cattolici sono un'esigua minoranza: i 750mila fedeli rappresentano poco più dell'1% della popolazione. In totale, i volontari di Kmss sono circa 725. "Raggiungere i poveri è difficile e persino la Caritas nazionale fa fatica: abbiamo bisogno di suscitare un genuino interesse per i poveri. Questa – conclude Win Tun Kyi – è una sfida per la Chiesa", conclude. (P.F.)

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