Ultimatum Onu all'Iran che non cede sul nucleare
Il Consiglio di sicurezza approva risoluzione contro Teheran: "entro il 31 agosto fine delle attività di arricchimento dell'uranio, pena sanzioni". Ambasciatore iraniano all'Onu: richiesta "illegale".
New York (AsiaNews/Agenzie) - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiede all'Iran di sospendere tutte le attività relative all'arricchimento dell'uranio entro il 31 agosto, pena possibili sanzioni. Dopo lunghe trattative gli Stati Uniti sono riusciti a convincere anche Russia e Cina, fino a ieri contrarie, a varare la risoluzione. Approvata con 14 voti a favore e uno contrario (del Qatar), è il primo passaggio giuridico vincolante per Teheran e una minaccia a valutare sanzioni.
Se l'Iran non accetterà la richiesta, il Consiglio di sicurezza si riserva di adottare "misure adeguate" sulla base dell'articolo 41 del Capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che tratta di sanzioni economiche, ma esclude ogni azione militare.
Secco il "no" di Teheran. L'ambasciatore iraniano all'Onu, Javad Zarif, ha detto che la richiesta non ha alcuna base legale. "Il programma nucleare pacifico dell'Iran non rappresenta alcun rischio per la pace e la sicurezza internazionale e così portare la questione in Consiglio di Sicurezza è ingiustificato ed è privo di qualsiasi base legale o utilità pratica".
L'Iran insiste nel dire che il suo programma ha solo finalità pacifiche, ma la comunità internazionale, Usa in testa, teme invece che il vero scopo del regime sia dotarsi di armi atomiche.
Il testo della risoluzione è stato studiato dalla Germania e dai 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza con potere di veto Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna. I sei a giugno avevano offerto a Teheran un pacchetto di incentivi energetici, commerciali e tecnologici in cambio della sospensione dell'arricchimento di uranio. L'Iran ha annunciato che il 22 agosto si pronuncerà sul piano di incentivi, ma la risoluzione di ieri e il proseguimento della guerra in Libano non lasciano sperare in una risposta positiva. Proprio alla vigilia del voto Onu, il 30 luglio scorso, il portavoce del ministro degli Esteri iraniano aveva avvertito che in caso di risoluzione contro l'Iran, il pacchetto dei 5+1 non avrebbe avuto più alcuna credibilità. In precedenza, lo stesso presidente Ahmadinejad aveva sottolineato che quanto accade in Libano e Palestina "ha influenzato l'esame dell'offerta" fatta dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania in cambio della rinuncia ai piani atomici.