Ulaan Baatar, vittoria del partito già al potere
Il Partito del popolo mongolo guadagna 62 seggi su 76. L’opposizione, il Partito democratico, prende 11 seggi. Determinante è stato il successo del governo a contenere la pandemia. In Mongolia vi sono stati 215 casi positivi e nessun morto. L’economia è lenta e la povertà colpisce il 30% della popolazione. Destreggiarsi fra Cina e Russia.
Ulaan Baatar (AsiaNews/Agenzie) - Il partito al potere, il Partito del popolo mongolo (Ppm), rimane saldo nel governo del Paese dopo le elezioni tenutesi ieri. I risultati diffusi la notte scorsa confermano per il Ppm 62 seggi su 76 al Grande Khural, il parlamento mongolo.
Con la vittoria del Ppm, appare chiaro che l’attuale premier, Khurelsukh Ukhnaa, guiderà anche il prossimo governo, il 17mo da quando la Mongolia, separata dall’Unione sovietica, ha messo fine al dominio comunista. Va detto che il Ppm è discendente del Partito comunista che da dominato il Paese dal 1921 al 1990.
L’altro partito in lizza, il Partito democratico si è rafforzato di poco, passando da 9 seggi a 11 seggi.
Alle elezioni di ieri hanno partecipato il 73% della popolazione. A causa di forti tempeste alcuni seggi sono rimasti chiusi. Per il resto si è votato rispettando le misure di sicurezza dovute alla pandemia, con lunghe code davanti ai seggi, rispettando la distanza di due metri fra un elettore e un altro. Al seggio si misurava la temperatura e si metteva a disposizione il gel disinfettante.
Secondo gli analisti, le preoccupazioni che avrebbero dominato queste elezioni sono la disoccupazione e i dislivelli sociali fra ricchi e poveri. Ma la pandemia da coronavirus e il successo del governo nel contenerla hanno premiato il partito al potere. In Mongolia vi sono stati solo 215 casi positivi e nessun morto.
Al di là del Covid-19, i problemi del Paese rimangono: lenta economia, corruzione, servizi pubblici al minimo, povertà. Almeno il 30% dei 3,2 milioni di abitanti sono al di sotto della soglia di povertà.
La Mongolia è ricca di risorse minerarie, ma fa fatica ad attrarre investimenti stranieri. Ciò è dovuto in parte alla caduta dei prezzi delle materie prime e in parte alla tentazione del governo di influenzare oltre misura le ditte straniere.
Un altro problema del Paese è il doversi destreggiare fra Cina e Russia, suoi potenti vicini. Dalla Russia, la Mongolia acquista il 95% del petrolio e dell’energia necessaria al Paese. La Cina è invece quella a cui esso vede più del 90% dei suoi prodotti minerari.
È molto probabile che la crisi provocata dal coronavirus renderà ancora più difficile la ripresa economica della Mongolia.
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