Tutta la tormentata realtà della Chiesa cinese nelle meditazioni del card. Zen
di Franco Pisano
Nel testo che il vescovo di Hong Kong ha preparato per la Via Crucis del Papa, la mancanza di libertà religiosa e la persecuzione di chi è fedele, il tradimento di alcuni pastori e lo “stare accanto” alla Chiesa sotterranea.
Roma (AsiaNews) - La mancanza di libertà religiosa e l’ingiustizia compiuta dallo Stato, il “tradimento” di alcuni vescovi e la fedeltà di quanti vengono perseguitati, la speranza e l’attesa della “vittoria” della Chiesa e la preghiera di saper essere “come il chicco di grano”. C’è tutta la realtà della Chiesa cinese nelle meditazioni che il cardinale Zen ha preparato per la Via Crucis di quest’anno. Chiamando le cose col loro nome, senza le pur comprensibili cautele diplomatiche. D’altro canto, ha scritto nella presentazione, “il Papa ha voluto che io portassi al Colosseo la voce di quelle sorelle e di quei fratelli lontani”.
E anche quella dei loro persecutori. A proposito dei quali, all’inizio il porporato confessa: “ho dovuto fare un grande sforzo per purificarmi dei sentimenti di poca carità verso quelli che hanno fatto soffrire Gesù e quelli che stanno facendo soffrire, nel mondo di oggi, i nostri fratelli” Ma, quando Gesù promette il Regno al buon ladrone il “ricordati di noi” unisce “amici e nemici” ed anche “i persecutori dei nostri amici”.
Le meditazioni sulle stazioni della Via Crucis, si aprono con la costatazione che “i Colossei si sono moltiplicati attraverso i secoli, là dove i nostri fratelli, in varie parti del mondo, in continuazione della Tua Passione, vengono ancora oggi perseguitati”. E’ un destino che tocca anche la Chiesa, che “sta attraversando l’ora tenebrosa della persecuzione”. Più avanti, al momento del giudizio di Pilato, il dolore si fa preghiera: “illumina la coscienza di tante persone costituite in autorità, perché riconoscano l’innocenza dei tuoi seguaci. Da’ loro il coraggio di rispettare la libertà religiosa”. E ancora diviene solidarietà con le madri dei perseguitati, evocate dall’incontro di Gesù con e donne. “Pensiamo – scrive il cardinale – alle mamme di tanti giovani perseguitati e imprigionati a causa di Cristo. Quante lunghe notti passate nella veglia e in lacrime da quelle mamme. Pensiamo alle mamme che rischiando arresti e persecuzioni hanno perseverato a pregare in famiglia, coltivando nel cuore la speranza di tempi migliori”.
L’avanzare del cammino di Gesù continua a intrecciarsi con i riferimenti alla realtà della Chiesa cinese, pur non nominata. Così, al tradimento di Giuda, il card. Zen commenta: “il tradimento sorprende, soprattutto se riguarda anche i pastori del gregge”. E ancora: “tentazioni, minacce e ricatti piegano le volontà. Ma quanto scandalo! Quanto dolore al cuore del Signore! Non scandalizziamoci! Le defezioni non sono mai mancate nelle persecuzioni. E dopo risono stati spesso i ritorni”. Ed anche loro, come i persecutori, sono ricordati nella preghiera. Alla dodicesima stazione, rivolta a Gesù e Maria la preghiera dice: “accettate il pentimento di noi tutti, che per la nostra debolezza siamo sempre esposti al rischio di tradire, rinnegare e disertare” e “accettate l’omaggio di fedeltà di tutti quelli che hanno seguito l’esempio di San Giovanni, che restò coraggiosamente accanto alla croce”.
“Proteggi gli uomini che tu hai scelto, Signore – dice ancora, quando si ricorda il tradimento di Pietro – perché le porte degli inferi mai prevalgano contro i Tuoi servi”. Che, nell’ultima preghiera si rimettono ala volontà di Dio. “Abbiamo noi ragione – chiede – ad avere fretta e pretendere di vedere subito la vittoria della Chiesa? Non è forse la nostra vittoria che siamo ansiosi di vedere? Signore rendici perseveranti nello stare accanto alla Chiesa del silenzio e nell’accettare di scomparire e morire come il chicco di grano”.
NELLA FOTO: Una delle immagini del libretto preparato dall'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice
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