Turkmenistan, il governo libera otto obiettori di coscienza
Ashgabat (AsiaNews/F18) - Il governo del Turkmenistan ha liberato otto prigionieri politici, incarcerati in quanto obiettori di coscienza. A diffondere oggi la notizia è l'organizzazione norvegese Forum18, anche se il rilascio è avvenuto il 22 ottobre scorso. I prigionieri erano tutti detenuti in campo di lavoro forzato a est del Paese. Sei avevano disertato il servizio militare e due sono Testimoni di Geova, accusati di aver esercitato il proprio diritto alla libertà religiosa e di culto.
Il presidente Gurbanguly Berdymukhamedov ha concesso un'amnistia il 21 ottobre scorso, in occasione del 23mo anniversario dell'indipendenza del Turkmenistan dall'Unione Sovietica. La ricorrenza si celebra il 26 e il 27 ottobre. Oltre a concedere il rilascio, il decreto presidenziale libera i prigionieri da ulteriori pene.
Nell'amnistia non sono rientrati Ruslan Narkuliev, un obiettore di coscienza imprigionato di recente, e un protestante. Narkuliev, 21enne Testimone di Geova, è stato condannato a due anni di prigione il 30 settembre scorso per aver disertato il servizio di leva.
La Costituzione turkmena definisce il servizio militare un "dovere sacro" e non prevede alcun programma sociale sostitutivo. Ogni turkmeno tra i 18 e i 27 anni deve prestare servizio per almeno due anni, pena la reclusione fino a 18 mesi.
Con una popolazione totale di 4,4 milioni di abitanti, in Turkmenistan quasi il 90% delle persone è musulmano, con una larghissima maggioranza di sunniti, anche se non mancano comunità sciite. I cristiani, un tempo molto presenti, sono circa il 9% del totale; la minoranza religiosa più consistente è rappresentata dagli ortodossi.