06/10/2015, 00.00
TURCHIA-RUSSIA-SIRIA
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Turchia e Nato contro i raid della Russia. Ma gli Usa “non sono seri nella lotta contro lo Stato islamico”

di Paul Dakiki
Per due volte aerei militari russi sconfinano nello spazio aereo turco. La Nato accusa il “comportamento irresponsabile” di Mosca. L’Onu preoccupata perché “varie nazioni e varie coalizioni” combattono nei cieli siriani. Una guerra per l’egemonia e l’influenza nel Medio oriente. L’Iraq preferisce i russi alla coalizione guidata dagli Usa: sono più “seri” nel combattere Daesh. Anche l’Italia va alla guerra.

Beirut (AsiaNews) – Il governo turco ha espresso ancora una volta le sue critiche alla Russia per aver violato il suo spazio aereo per due volte in due giorni, il 3 e il 4 ottobre.  Gli aerei russi sono impegnati nel bombardamento di postazioni “terroriste” in Siria, compresi lo Stato islamico e i militanti di al-Nusra.

Mosca ha sminuito la gravità del gesto, ammettendo lo sconfinamento, ma solo “per pochi secondi” e causato del maltempo. La Nato, di cui fa parte la Turchia, dopo una riunione di emergenza a Bruxelles, ha diramato ieri un comunicato in cui si bolla il gesto come un “comportamento irresponsabile”.

Oltre allo sconfinamento, Turchia e Nato criticano la Russia perché essa non colpirebbe postazioni dello Stato islamico, ma “oppositori siriani e civili”.

Fra gli alleati occidentali vi è il forte sospetto che Mosca, intervenendo nel conflitto siriano affianco a Bashar Assad, voglia fare piazza pulita di tutti gli oppositori del leader siriano. Ma Vladimir Putin e il ministro degli esteri Serghei Lavrov hanno ribadito di aver iniziato i raid su richiesta di Damasco e con lo scopo di fermare il terrorismo, che potrebbe diffondersi anche in Russia e in Cecenia.

Il portavoce Onu Stephane Dujarric ha espresso preoccupazione per “il pericolo” insito nel fatto che vi sono “varie nazioni e varie coalizioni” che si intrecciano nei cieli siriani.

Oltre alla Russia e all’Iran, anch’esso in appoggio alla Siria, una coalizione di 50 Stati a guida Usa cerca di colpire le basi dell’Isis in Siria ed Iraq. Alla coalizione partecipano anche diversi Paesi del Golfo. Nelle scorse settimane anche Francia e Gran Bretagna hanno deciso di partecipare ai raid in modo diretto. Per ora l’Italia ha deciso di compiere bombardamenti solo in Iraq.

I due gruppi sono soprattutto divisi sul futuro di Bashar Assad. Per la Nato e la coalizione a guida Usa, Assad deve essere allontanato, come richiesto dagli oppositori siriani, ma anche da Arabia saudita, Qatar e Turchia.

Molti analisti sospettano che questa lotta contro “il terrorismo” sia in realtà una copertura per disegni egemonici e d’influenza sulla regione da parte di Stati Uniti e Russia e da parte di Arabia saudita e Iran. A questo va aggiunto il timore degli emirati e del Qatar di fronte a uno Stato laico (come è la Siria) e il timore di Ankara nel vedere rafforzarsi la comunità kurda.

La serietà nel debellare il terrorismo dell’Isis da parte della coalizione  a guida Usa è stata messa in dubbio ieri da Hadi al-Ameri, uno dei capi delle milizie del Badr, un partito sciita irakeno. Parlando dalla città di Najaf, egli ha dichiarato che “ Fino ad oggi, non abbiamo visto un serio e reale sforzo per combattere Daesh [acronimo arabo per Isis]… Vi sono alcuni che cercano di contenere Daesh, ma in realtà non lo eliminano”.

“Questa mancanza di serietà da parte della coalizione internazionale – ha aggiunto – ci ha fatto cambiare tattica e la Russia si sta muovendo in modo molto serio contro Daesh”. Al-Ameri si riferisce al fatto che anche il governo irakeno ha chiesto alla Russia la disponibilità a raid aerei per bombardare le postazioni dell’Isis.

A circa un anno dal varo della coalizione a guida Usa, l’Isis mantiene ancora le sue posizioni in Iraq, anzi ha ampliato la sua zona di influenza.

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