Turchia, nuove purghe post golpe: arrestati 103 accademici, cacciati due sindaci
La magistratura di Istanbul ha emesso un mandato di cattura per un centinaio di docenti del politecnico di Yildiz. Su di loro l’accusa di simpatie per il predicatore islamico Gülen. A Mardin, nel sud-est del Paese, rimossi due sindaci con l’accusa di corruzione. Uno di essi è una donna cristiana aramea. Entrambi sono stati sostituiti da un funzionario vicino ad Ankara.
Istanbul (AsiaNews) - Questa mattina la magistratura turca ha emesso un mandato di arresto contro 103 docenti universitari di un ateneo di Istanbul. Il provvedimento si inserisce nel contesto dell’inchiesta lanciata dalle autorità contro (presunti) esponenti e simpatizzanti del movimento che fa capo al predicatore islamico Fethullah Gülen. Secondo il presidente Recep Tayyip Erdogan e i vertici di governo egli sarebbe la mente del colpo di Stato in cui sono morte 270 persone, con migliaia di feriti.
Secondo quanto riferisce la catena televisiva Ntv, l’inchiesta in corso riguarda il politecnico di Yildiz.
Dalle prime informazioni, rilanciate dal quotidiano Hurriyet, almeno 70 docenti sarebbero già finiti agli arresti. L’operazione coinvolge diverse squadre di polizia e agenti della sicurezza, dislocati in diversi punti della metropoli. Altri arresti sono previsti nel corso della giornata.
All’indomani del colpo di Stato in Turchia del luglio scorso, il presidente Erdogan e il governo di Ankara hanno lanciato una campagna di repressione contri i (presunti) autori del fallito golpe. Il principale indiziato è proprio Gülen, un tempo alleato di ferro di Erdogan e oggi in esilio negli Stati Uniti, sul quale pende una richiesta di estradizione.
Finora le autorità turche hanno fermato decine di migliaia di persone, fra cui docenti, militari, intellettuali, oppositori politici, imprenditori, giornalisti, attivisti e semplici cittadini.
La repressione governativa ha colpito con particolare ferocia il più importante partito di opposizione filo-curdo (il Partito democratico dei popoli, Hdp), i cui vertici sono stati arrestati di recente.
Ieri, intanto, su ordine del ministero turco degli Interni la polizia ha destituito e allontanato con la forza Ahmet Turk e Februniye Akyol, i due co-sindaci di Mardin, città nel sud-est del Paese in un’area abitata da turchi, arabi e curdi. Fonti locali riferiscono che gli agenti hanno notificato loro la revoca del mandato, allontanandoli dagli uffici; la guida della città è affidata pro tempore al governatore di Mardin, Mustafa Yaman.
Februniye Akyol è di origine aramea ed è stata la prima donna aramea cristiana della storia turca a essere eletta e ricoprire un’alta carica amministrativa, a dispetto della religione e dell’etnia. Proprio oggi avrebbe dovuto partecipare a un incontro pubblico in Italia, per raccontare la condizione delle comunità aramaiche, delle donne e dei cristiani in Medio oriente nel contesto della rassegna “Molte fedi, sotto lo stesso cielo”.
Secondo le accuse - sebbene non vi siano le prove - i due alti funzionari comunali sono finiti sotto inchiesta per corruzione e peculato. Fonti locali riferiscono che le imputazioni sono solo un pretesto per procedere alla loro rimozione e sostituirli con un funzionario gradito al governo centrale.