Turchia, identificato l’attentatore di Suruç: è un ragazzo di 20 anni, affiliato allo Stato islamico
Ankara (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità turche hanno identificato l’autore dell’attentato dello scorso 20 luglio a Suruç, che ha fatto 32 morti tra attivisti politici e volontari. L’identificazione è avvenuta attraverso analisi genetiche, praticate sui resti dell’autore dell’attacco.
L’esplosione di una bomba nella cittadina curda al confine siriano ha colpito un gruppo di militanti filo-curdi, che stavano illustrando in una conferenza stampa il loro progetto di superare il confine per andare ad aiutare coloro che stanno ricostruendo Kobane, al centro di una violenta battaglia tra i curdi e le milizie dello Stato islamico.
L’attentatore dovrebbe essere un giovane di 20 originario di Adiyaman, nel sud-est della Turchia. Le sue iniziali sarebbero S.A.A. e sarebbe entrato nelle fila dello Stato islamico solo due mesi fa. Questa scoperta conferma l’affermazione del Primo ministro Ahmet Davutoglu che poche ore dopo l’attentato aveva attribuito la responsabilità al movimento jihadista.
In realtà, permangono ancora sospetti di eventuali legami con l’attentato avvenuto il 5 giungo scorso a Diyarbakir, pochi giorni prima delle elezioni legislative, in cui ci sono stati 4 morti e decine di feriti durante una manifestazione pubblica del partito curdo. Secondo il Daily Hürriyet, i meccanismi dei due ordigni sarebbero identici.
Le autorità turche hanno deciso oggi, di bloccare il servizio di Twitter nel Paese e di bandire la pubblicazione di foto e video relativi all’attentato avvenuto il 20 luglio scorso.
Il Daily Hürriyet riporta che i giudici hanno ordinato a Twitter di rimuovere 107 contenuti. Il social network ha assecondato le richieste, cancellando subito 50 immagini, ma non ha rimosso le rimanenti 57 foto entro la scadenza di quattro ore imposta dalla corte. A quel punto il sito è stato censurato.
Gli esperti si aspettano una riapertura di Twitter a breve, dopo l’avvenuta cancellazione delle immagini residue.
Twitter era già stato bloccato in Turchia lo scorso marzo, poche ore dopo che il Primo ministro Recep Tayyip Erdoğan aveva promesso di chiudere il social network. L’accesso è stato poi ripristinato dopo che la Corte costituzionale ha riscontrato una violazione del diritto dei cittadini.
Ieri, il governatorato della provincia di Şanlıurfa (di cui fa parte Suruç) ha annunciato il divieto di sciopero, di dimostrazione e di simili raggruppamenti di persone, per prevenire altri potenziali incidenti in futuro.
26/09/2017 11:21