Troppe violenze: Islamabad vieta le manifestazioni islamiche
La decisione è stata presa ieri. Il governo vuole porre un freno alle violenze degli estremisti musulmani, che nelle scorse settimane hanno bloccato la capitale. Le proteste sono nate in seguito all’impiccagione di Mumtaz Qadri, l’assassino reo confesso dell’ex governatore del Punjab Salman Taseer.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Il governo del Pakistan ha deciso di mettere al bando tutte le manifestazioni nella capitale del Paese, dopo che nelle ultime settimane le proteste degli estremisti islamici hanno messo a ferro e fuoco la città. Islamabad è stata teatro di violente manifestazioni dei sostenitori di Mumtaz Qadri, l’assassino reo confesso dell’ex governatore del Punjab Salman Taseer, giustiziato a fine febbraio. Chaudhry Nisar Ali Khan, ministro dell’Interno, ha specificato che il divieto sarà applicato solo nella capitale, e non sarà esteso ad altre parti del Pakistan.
La decisione è stata approvata ieri. È la conseguenza delle violenze attuate dagli estremisti che, durante quattro giorni di raduno, hanno bloccate strade, distrutto negozi e proprietà private. I manifestanti protestavano contro l’impiccagione di Qadri, al quale il presidente Mamnoon Hussain non ha concesso la grazia.
Qadri era la guardia del corpo di Salman Taseer. Nel 2011 ha ucciso il governatore all’uscita da un ristorante di Islamabad, per le sue posizioni contrarie alla legge sulla blasfemia e per aver difeso Asia Bibi, la madre cristiana detenuta con l’accusa di aver offeso il Profeta. Migliaia di suoi sostenitori, che esaltavano il radicale islamico come “eroe nazionale”, hanno assaltato il cuore della capitale, fino a quando non sono stati dispersi dalla polizia.
Il ministro dell’Interno ha dichiarato che “il governo non permetterà più simili violenze”. Inoltre ha detto di essere disposto ad incontrare il leader dell’opposizione, Imran Khan, che ha promesso di guidare una protesta di fronte alla residenza del primo ministro Nawaz Sharif, a Lahore, se egli non si dimetterà.
Da giorni Sharif è al centro di una polemica per un presunto collegamento della sua famiglia nello scandalo dei “Panama Papers”, i documenti diffusi da 100 testate giornalistiche che hanno rivelato l’esistenza di conti offshore di diversi nomi noti della politica e dello star system.
Il premier ha annunciato la formazione di una commissione giudiziaria indipendente e ha proposto che la presidenza venga affidata ad un giudice in pensione. Imran Khan invece insiste che a guidare la commissione sia il presidente della Corte suprema del Pakistan.
29/02/2016 11:17
31/03/2016 14:13