Troppe moschee sul confine, New Delhi chiede più controlli a Kathmandu
di Kalpit Parajuli
I servizi segreti indiani temono il fiorire di attività terroristiche dietro alla nascita di moschee e madrasse sul territorio nepalese. Accuse al Pakistan, che le starebbe usando per creare problemi all’India.
Kathmandu (AsiaNews) – Il governo indiano teme il rapido fiorire di moschee e madrasse sul confine che lo separa dal Nepal e chiede a Kathmandu di controllare le attività che si svolgono all’interno e gli educatori islamici che vi lavorano, sospettati di terrorismo. Secondo New Delhi, vi potrebbe essere la mano del Pakistan dietro a questo aumento di istituzioni religiose musulmane.
Un ufficiale dei servizi segreti indiani, che sta operando un censimento della popolazione sul confine, dice: “Abbiamo ricevuto ripetute segnalazioni sulla crescita di moschee e madrasse in territorio nepalese, proprio sul confine che ci separa. Vuol dire che la popolazione musulmana locale cresce, con molta rapidità”.
Il governo indiano ha chiesto a Kathmandu di controllare da vicino cosa accade in questi luoghi, che potrebbero essere sostenuti dal governo pakistano con l’intento di creare problemi all’India. Secondo i dati, la maggiore densità di moschee si registra presso Achham, confine occidentale del Nepal. Nella zona vivono moltissimi immigrati musulmani entrati nel Paese in maniera illegale.
Secondo un rapporto dell'intelligence di New Delhi, “la maggior parte delle 820 moschee sul territorio nepalese sono state create con la cooperazione di terroristi pakistani, che intendono usarle come base per attività anti-indiane. I fondi provengono inoltre dall’Arabia Saudita, dal Kuwait e dalla Libia”.
Il capo del distretto di Kapulbastu, Rambilas Raya Yadav, rigetta le accuse: “Tutte le madrasse sono registrate, e compiono soltanto attività religiose. È vero che le moschee non sono registrate, ma vengono controllate da vicino”.
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