Tripura: al centro delle tensioni (e dei commerci) tra India e Bangladesh
Allo Stato nord-orientale il governo indiano ha destinato politiche di sviluppo infrastrutturale per aumentare i collegamenti con il Bangladesh, ma oggi le tensioni politiche e religiose rischiano di complicare la situazione. Nonostante gli appelli alla diplomazia da parte di Delhi e Dhaka, albergatori e ospedali di Tripura hanno detto di non voler ospitare cittadini dal Bangladesh.
Agartala (AsiaNews) - Le tensioni tra India e Bangladesh corrono lungo tutte le frontiere tra i due Paesi, sul lato ovest, dove il Bangladesh confina con il Bengala occidentale, e sul lato est, al confine con lo Stato indiano del Tripura, che fa parte dell’India nord-orientale, una regione geograficamente collegata al resto del subcontinente indiano da un corridoio di 22 chilometri.
I rapporti hanno cominciato a deteriorarsi dopo che ad agosto l’ex prima ministra del Bangladesh, Sheikh Hasina, costretta alle dimissioni da ampie proteste anti-governative, si è rifugiata in India, che negli ultimi 15 anni ne aveva sostenuto il governo autoritario. Di recente, un gruppo di manifestanti ha preso d’assalto il consolato del Bangladesh ad Agartala, capitale del Tripura. Una risposta - hanno detto i manifestanti - all’arresto in Bangladesh del leader indù Chinmoy Krishna Das che a fine novembre aveva organizzato una manifestazione per la protezione delle minoranze religiose. Il Bangladesh, a differenza dell’India, è un Paese a maggioranza musulmana, e gli indù sono percepiti come sostenitori dell’ex premier e del suo partito, la Lega Awami.
Delhi ha preso le distanze dall’assalto al consolato e la polizia locale ha arrestato sette persone e sospeso tre agenti per negligenza in seguito ai disordini. I responsabili avevano affermato di far parte di un’associazione chiamata “Hindu Sangharsh Samiti” (Comitato d’azione indù), che, però, secondo The Indian Express, non è un’organizzazione registrata. Si tratta di uno slogan a cui hanno aderito diversi attivisti, tra cui alcuni appartenenti agli ambienti dell’estrema destra indiana.
Nonostante le dichiarazioni diplomatiche da parte dei due governi, le tensioni tra Delhi e Dhaka sono continuate: dopo la diffusione di immagini in cui studenti di Dhaka calpestano la bandiera indiana, l’Associazione dei ristoratori e degli albergatori di Tripura aveva annunciato che avrebbe sospeso i servizi per i cittadini provenienti dal Bangladesh. Poi ha cambiato idea, dicendo che avrebbe ospitato coloro che arrivano in India per cure mediche. Allo stesso modo, però, l’ILS Hospital, un ospedale privato di Agartala, aveva detto che non avrebbe curato i pazienti bangladesi. Ieri i consoli del Bangladesh a Calcutta, in Bengala occidentale e ad Agartala, sono stati richiamati in patria per “consultazioni”.
I recenti sviluppi tra i due Paesi contrastano con la storia che ha caratterizzato la regione, dove si dice che se “il Bangladesh è circondato dall’India, Tripura è circondato dal Bangladesh”. Durante la guerra di indipendenza del Bangladesh dal Pakistan nel 1971, Tripura ospitò i rifugiati in fuga dalle violenze e il quartier generale dell’esercito che combatteva per la liberazione. Il nord-est dell’India è stato anche a lungo caratterizzato da un sottosviluppo economico dato dalla mancanza di collegamenti e infrastrutture ed è stato teatro di insurrezioni etniche.
Le cose hanno cominciato a cambiare all’inizio del XX secolo, quando Delhi ha lanciato proprio ad Agartala la Visione per il nord-est. Il governo di Narendra Modi ha a lungo lavorato con l’ex premier Hasina per aumentare la connettività della regione. Nel 2021 sono stati inaugurati il Maitri Setu, un ponte che collega Sabroom, nel Tripura, a Chittagong, la più importante città portuale del Bangladesh, e la linea ferroviaria che da Agartala arriva ad Akhaura, in Bangladesh. L’anno prima erano state aperte diverse vie commerciali lungo i fiumi ed era stata istituita una zona economica speciale per lo sviluppo di quattro settori (agroalimentare, gomma, bambù e tessile). Il commercio bilaterale tra India e Bangladesh valeva 14 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2023-24.
L’attuale primo ministro del Bangladesh, Muhammad Yunus, ha ribadito fin dall’inizio che i resoconti degli attacchi alle minoranze religiose sono esagerati e dalle sue dichiarazioni sembra speranzoso che i rapporti tra i due vicini possano ristabilirsi, nonostante le tensioni politiche e religiose di questi ultimi mesi.
Diversi analisti ritengono che sia responsabilità del governo indiano cercare di abbassare i toni ora: “È fondamentale che il governo indiano invii un messaggio chiaro che è pronto e disposto a cambiare la sua politica e a lavorare con l'attuale governo e il popolo del Bangladesh”, ha commentato il professor Ali Riaz, docente all’Illinois State University. “Inoltre, è importante che il governo indiano garantisca che la sua terra non venga utilizzata da Hasina o da chiunque altro per creare instabilità e violenza all’interno del Bangladesh”.
Tuttavia anche lo Stato del Tripura, come il governo centrale di Delhi, è guidato dall’ultranazionalista Bharatiya Janata Party (BJP). Nel 2018 il BJP, che fino al 2013 non aveva nemmeno un deputato all’Assemblea legislativa locale, ottenne una maggioranza schiacciante, mentre nel 2023 è riuscito a restare al potere grazie a un’alleanza con un partito locale, il Tipra Motha Party, che fino a qualche anno fa chiedeva la creazione di uno Stato separato per gli indigeni di etnia tripura, il gruppo maggioritario. Ad agosto di quest'anno oltre il 97% dei panchayat (il livello amminsitrativo più basso nelle aree rurali) è stato vinto dal BJP, ma l'opposizione si era lamentata di non aver potuto presentare candidati a causa delle intimidazioni del partito al governo.
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