Tratta di esseri umani, secondo gli Usa il Myanmar è tra i Paesi peggiori
Naypyidaw inserita nella categoria 3, che può limitare l'accesso agli aiuti. Washington accusa il governo di ostacolare le iniziative delle Nazioni Unite nella lotta al fenomeno. Secondo il dipartimento di Stato Usa, funzionari birmani sono coinvolti in prostituzione e sfruttamento di persone. L’annoso problema dei bambini soldato.
Yangon (AsiaNews) – Il Myanmar è tra i Paesi che “più contribuiscono allo sfruttamento e al traffico di esseri umani”. È quanto sostiene il governo Usa in un documento redatto dal Dipartimento di Stato. Washington imputa a Naypyidaw l’utilizzo di bambini soldato, le violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito contro i musulmani Rohingya ed il coinvolgimento di funzionari nel business della prostituzione.
Lo scorso 27 luglio, il Dipartimento di Stato Usa ha pubblicato il suo 18mo rapporto annuale, dal titolo “Trafficking in Persons Report”. Il documento valuta 187 Paesi e territori e li ripartisce in quattro categorie: nel Tier 1 figurano le nazioni che soddisfano gli standard minimi statunitensi; nel 2 coloro che compiono sforzi significativi per farlo; nella Lista di controllo di livello 2 gli Stati che meritano una sorveglianza speciale; nel 3 quelli che non rispettano appieno gli standard minimi e non si impegnano a farlo. Quest’ultima fascia può innescare sanzioni che limitano l'accesso agli aiuti di Usa e comunità internazionale.
Washington accusa tuttavia il governo del Myanmar di ostacolare le iniziative delle Nazioni (Unite Onu) per la prevenzione della tratta di esseri umani. Il Dipartimento di Stato sostiene che le donne birmane, soprattutto quelle delle minoranze etniche, sono “sempre più spesso trasportate in Cina e sottoposte a sfruttamento sessuale o servitù domestica, attraverso matrimoni forzati con uomini cinesi”. Tuttavia, il rapporto afferma che, rispetto agli anni precedenti, quest'anno il Paese sta conducendo campagne di sensibilizzazione e intraprendendo maggiori azioni di contrasto.
Seppur negli ultimi anni le denunce siano in aumento, grazie anche alla maggiore consapevolezza tra i cittadini, quello dei bambini soldato è un annoso problema in Myanmar: un rapporto di Human Rights Watch (Hrw) del 2002 stimava in almeno 70 mila i combattenti di età inferiore ai 18 anni. Nel 2012, Il Myanmar ha firmato un Piano d'azione con l'Onu per porre fine allo sfruttamento dei bambini da parte delle Forze armate. Da allora, il Tatmadaw (l’esercito birmano) ne ha rilasciati circa 850 ed ha preso provvedimenti per ridurne il reclutamento.