Tra proteste e arresti, Tokayev eletto presidente con quasi il 71% dei voti
Egli è il pupillo dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev, per 30 anni alla guida dell’ex Repubblica sovietica. Egli ha studiato a Mosca e lavorato nella diplomazia internazionale. A sfidarlo, c’erano sei candidati semi-sconosciuti.
Nur-Sultan (AsiaNews) – Senza grandi sorprese, Kassym-Jomart Tokayev è stato eletto presidente del Kazakhstan con il 70,76% dei voti. Lo ha annunciato questa mattina Konstantin Petrov, vice presidente della Commissione centrale per le elezioni, che ha diffuso i risultati preliminari. Il giorno delle elezioni è stato segnato da proteste e arresti nelle principali città.
Egli è il primo a succedere a Nursultan Nazarbayev, dimessosi lo scorso marzo, che ha regnato sull’ex Repubblica sovietica per quasi 30 anni con le stesse percentuali bulgare ottenute dal nuovo capo dello Stato.
Il voto si è svolto ieri in 10mila circoscrizioni in tutto il territorio e nelle sedi delle principali rappresentanze diplomatiche all’estero. Quasi 12 milioni di elettori si sono recati alle urne, cioè il 77% degli aventi diritto su una popolazione totale di 18,7 milioni di abitanti.
Decine di manifestazioni di protesta sono avvenute nella capitale e a Almaty, la maggiore città dello Stato. Secondo le opposizioni, vi hanno partecipato migliaia di persone. Marat Kozhayev, vice ministro dell’Interno, ha dichiarato che almeno 500 persone sono state arrestate ai raduni “non autorizzati”. Si tratta di una rara forma di dissenso per un Paese in cui l’ex presidente Nazarbayev ha governato con il pugno di ferro limitando le espressioni democratiche, la libertà di stampa, di associazione e di culto. Al tempo stesso, egli ha incentivato lo sviluppo economico trainato soprattutto dalle immense riserve di petrolio e gas naturale.
Tokayev, 66 anni, ex presidente del Senato, era il candidato del partito di governo Nur Otan, nonché il favorito alle elezioni. Il nuovo capo dello Stato ha studiato a Mosca e ha un passato nella diplomazia internazionale come vice direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra (dal 2011 al 2013); inoltre è stato primo ministro del Kazakhstan dal 1999 al 2002, e presidente del Senato per due mandati (2007-2011 e 2013-2019).
Egli è il pupillo di Nazarbayev: infatti era stato scelto dallo stesso presidente dimissionario come reggente ad interim per guidare il Paese fino alle elezioni del 9 giugno. In omaggio al suo predecessore, il primo atto di Tokayev alla reggenza del Kazakhstan è stato rinominare la capitale Astana in “Nur-Sultan”: la decisione aveva suscitato un diffuso malcontento.
A sfidarlo, c’erano sei candidati semi-sconosciuti: Amirzhan Kossanov, del Movimento patriottico d’unità nazionale “Ult Tagdyry”, che ha ottenuto il 16,02% dei voti; Daniya Yespayeva, la prima donna candidata per il ruolo di presidente, leader del Partito democratico Ak Zhol, ha guadagnato il 5,2%; Toleutai Rakhimbekov, del Partito Auyl (villaggio), ha preso il 3,2%; Amangeldy Taspikhov, della Federazione dei sindacati, ha ricevuto il 2,07%; Zhambyl Akhmetbekov, del Partito comunista del popolo, ha vinto l’1,82% delle preferenze; Sadybek Tugel, dell’Associazione pubblica Uly Dala Kyrandary (aquile della grande steppa), ha ottenuto lo 0,92%.
14/06/2019 09:05