Torture ad una domestica di 10 anni. Alta corte di Islamabad condanna a tre anni i padroni
Il caso della piccola Tayyaba è scoppiato nel 2016. Nel 2017 un tribunale ha condannato i datori di lavoro a un anno di carcere. L’11 giugno i giudici hanno inasprito la pena a tre anni di reclusione. Attivista: “In Pakistan le violazioni dei diritti dei bambini non fanno ‘notizia’”.
Islamabad (AsiaNews) – I giudici dell’Alta corte di Islamabad hanno respinto la richiesta d’appello presentata dai legali del giudice distrettuale Raja Khurram Ali Khan e di sua moglie Maheen Zafar, che volevano essere assolti dall’accusa di aver torturato Tayyaba, la loro piccola domestica di appena 10 anni. Al contrario, l’11 giugno i giudici hanno confermato la condanna per entrambi i coniugi e aumentato la pena a tre anni di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 50mila rupie [circa 360 euro, ndr] e di altre 500mila [3.600 euro] alla piccola vittima.
Ad aprile un tribunale pakistano aveva condannato gli imputati a un anno di carcere, anche se la sentenza non è mai stata applicata. Il caso della minore è scoppiato nel dicembre 2016, quando si è diffusa la notizia che la moglie del giudice aveva punito la piccola solo perché aveva smarrito una scopa.
Ad AsiaNews l’attivista Bilal Warraich afferma: “Accolgo con favore la decisione della corte di inasprire la pena, ma sono addolorato dal fatto che le torture e il trattamento inumano e degradante siano stati inflitti da un giudice (e da sua moglie) che in teoria dovrebbe essere guardiano dei diritti e delle libertà fondamentali. Questo caso è solo la punta dell’iceberg, ce ne sono molti altri che rimangono nell’ombra, con bambini ancora più poveri sottoposti a tortura e in condizioni di schiavitù. Tutto questo la dice lunga sul fallimento del sistema penale in Pakistan”. Secondo Bilal, “dovrebbe essere approvata una legislazione che criminalizzi il lavoro minorile e lo dichiari ‘schiavitù infantile’. L’intera nazione deve sollevarsi per una riforma della giustizia”.
Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan (Hrfp), lamenta che “in Pakistan le violazioni dei diritti dei bambini non fanno ‘notizia’, ma sono una pratica comune. Stupri, torture, violenze, omicidi, lavoro minorile e abusi sessuali sono in aumento, a causa della mancanza di una legislazione e della non applicazione delle norme esistenti”. L’attivista riporta inoltre che “ogni giorno 11 bambini subiscono abusi e negli ultimi cinque anni abbiamo registrato 17.862 casi. Il recente caso di Kasur [lo stupro e omicidio della piccola Zainab, 7 anni, trovata senza vita in una discarica – ndr] ha aperto gli occhi su quanto già avviene: 129 episodi di stupro ai danni di minori nel 2017, 141 nel 2016 e 451 nel 2015. Persino case, luoghi religiosi, scuole e ambienti di lavoro non sono sicuri per i bambini”.