Tokyo apre all'affido condiviso dei figli dopo il divorzio
Commissione del ministero della Giustizia ha proposto emendamenti al codice civile per evitare che un genitore possa essere privato di ogni responsabilità dopo la fine di un matrimonio. Un tema che tocca la vita di migliaia di famiglie in un Paese dove i dati più recenti parlano di 193mila separazioni all'anno.
Tokyo (AsiaNews) - Il Giappone potrebbe presto dotarsi di una nuova legge sull’affidamento condiviso dei figli tra genitori separati. Una commissione del ministero della Giustizia di Tokyo ha proposto una serie di opzioni percorribili per emendare il codice civile giapponese, che ad oggi non prevede la possibilità della potestà genitoriale condivisa dopo il divorzio.
Mentre la potestà viene esercitata in modo congiunto da coppie sposate, la legge sull’affidamento prevede che solo uno dei due genitori abbia l’autorità per prendersi cura dei figli, per farne da rappresentante legale, per gestirne i beni e per prendere tutte le decisioni quotidiane riguardanti la salute e l’educazione. Questo sistema è stato criticato poiché priverebbe uno dei genitori della responsabilità di partecipare alla crescita dei figli, ma alcune organizzazioni per la protezione delle madri divorziate si oppongono alla revisione perché rischierebbe di perpetuare situazioni di violenza domestica anche dopo la separazione.
Il tema tocca la vita di centinaia di migliaia di famiglie in Giappone: i dati più recenti parlano di 193 mila coppie che hanno divorziato nel Paese nel 2020, circa un terzo di quelle che si sono sposate nello stesso anno.
Recentemente si è diffuso nel Paese un dibattito sulla questione dell’affidamento, dopo che un episodio di cronaca è diventato un caso nazionale. L’anno scorso, poco prima dell’inizio delle Olimpiadi di Tokyo, un cittadino francese precedentemente sposato con una cittadina giapponese ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro il rifiuto dell’ex moglie a fargli vedere i loro figli. La donna sarebbe sparita nel 2018, portando con sé i due bambini, accusando l’ex marito di abusi domestici. A luglio una sentenza del tribunale ha riconosciuto il diritto di affidamento alla madre, che quindi potrà continuare a crescere i figli da sola, respingendo però le accuse di violenza domestica. Il giudice ha per questo stabilito che il padre debba poter vedere i figli.
La proposta di riforma avanzata dal ministero prevede diverse opzioni per introdurre l’affidamento condiviso, perciò è ancora poco chiaro come la riforma potrebbe funzionare nella pratica. Le ipotesi sono rendere l’affidamento condiviso la regola, mantenere la legislazione attuale sull’affidamento esclusivo ma permettere quello condiviso come eccezione, oppure istituire un regime di affidamento in cui si decide caso per caso.
Anche nel caso di affidamento condiviso, però, è possibile che uno dei due genitori mantenga una maggiore autorità decisionale sulla vita dei figli rispetto all’altro. Un aspetto dove sicuramente la nuova legge potrà migliorare la situazione attuale è quello dei diritti di visita e degli obblighi di mantenimento. In mancanza di prescrizioni legali vigenti su questo tema, la proposta del ministero suggerisce che sia reso obbligatorio per i genitori discutere e concordare questi aspetti al momento del divorzio. Il ministero della giustizia ha chiesto commenti sulle proprie proposte di riforma al pubblico, che potranno pervenire entro la fine di dicembre. La discussione in parlamento dovrebbe avvenire all’inizio dell’anno prossimo.