Tokyo, ore di ansia: scade l'ultimatum dello Stato islamico
Tokyo (AsiaNews) - Il governo giapponese ha annunciato di voler "aspettare le consultazioni" della Giordania riguardo la crisi degli ostaggi nelle mani dello Stato islamico. Nel frattempo, è scaduto il terzo ultimatum lanciato dai terroristi, che tengono prigionieri il reporter giapponese Kenji Goto Jogo e il militare giordano Muath al-Kaseasbeh. Amman deve decidere se e a quali condizioni rispondere alle richieste dei fondamentalisti, che minacciano di uccidere gli ostaggi se non viene rilasciata Sajida al-Rishawi.
La donna irachena oggetto della richiesta ha cercato di farsi esplodere in Giordania dopo aver contribuito all'attentato del 9 novembre 2005 ad Amman, che uccise 60 persone e che viene considerato "l'11 settembre" del Paese mediorientale. Al momento si trova nelle carceri del Regno, ma fonti vicine al governo parlando di "disponibilità" alla liberazione. Il padre del tenente rapito ha dichiarato di essere stato convocato dal re, che gli avrebbe detto: "Tuo figlio è mio figlio. Se Dio vuole, tutto finirà bene".
Meno comprensivi i giapponesi, sia i media che la società civile, che attaccano il governo guidato da Shinzo Abe "colpevole" di aver di fatto ceduto la trattativa nelle mani di Amman. Dopo aver dichiarato che "il Giappone non tratta con i terroristi, ma li combatte", l'esecutivo di Tokyo sembra essere sceso a patti con la necessità di trovare una linea di mediazione. Tuttavia, dichiarano fonti vicine al premier, "si preferisce lasciare fare la Giordania, che di sicuro conosce meglio di noi la situazione".
Il terzo ultimatum lanciato dai fondamentalisti dello Stato islamico offre la liberazione di Goto (ma non di al-Kaseasbeh) in cambio del rilascio della terrorista irachena. Amman ha invece proposto uno scambio di prigionieri (i due ostaggi contro la donna) ma vuole prima una prova che siano tutti vivi. Nell'audio-messaggio, registrato da Goto, si dà come termine delle trattative il tramonto (ora siriana) di oggi.