Tokyo, con la pandemia cresce il numero dei poveri
Mezzo milione di giapponesi ha perso il lavoro negli ultimi sei mesi; il 40% dei lavoratori ha impieghi “non regolari” con bassi salari e scarso accesso al welfare. Per senso di vergogna, molti cittadini in difficoltà non chiedono aiuto. Con la povertà aumentano i suicidi.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – La pandemia da coronavirus ha fatto crescere il numero di poveri nel Paese, soprattutto fra la classe media nipponica. Sempre più persone fanno la fila per ricevere cibo e vestiti nei centri di assistenza pubblici e privati.
Nei media nazionali non se ne parla molto, ma diversi osservatori fanno notare che molti cittadini dormono nelle stazioni dei treni o in strada. Il Giappone non è tra i Paesi più colpiti dal Covid-19 e non ha adottato lockdown rigidi. I casi di contagio sono 336mila; circa 4.400 i morti.
Il tasso di disoccupazione è sotto il 3% e il Paese ha un sistema sociale molto organizzato, utile per superare meglio gli effetti della crisi sanitaria. Secondo dati ufficiali, negli ultimi sei mesi mezzo milione di giapponesi ha perso però il lavoro. Vi è un altro problema: l’aumento della sottoccupazione e dei lavori a termine malpagati.
Secondo il Moyai Support Centre for Independent Living, il 40% dei lavoratori ha impieghi “non regolari”. Essi percepiscono bassi salari, possono essere licenziati con facilità e hanno scarso accesso al welfare.
Più di 10 milioni di giapponesi vivono con meno di 19mila dollari all’anno, troppo poco considerato l’alto costo della vita nel Paese. Uno su sei si trova in uno stato di “povertà relativa”, guadagnando meno della metà del reddito medio nazionale. I numeri potrebbero essere anche maggiori: per senso di vergogna, molti cittadini in difficoltà non chiedono aiuto agli enti di assistenza.
L’aumento della povertà rischia di causare anche la crescita dei suicidi. L’NLI Research Institute ha calcolato che un punto percentuale in più di disoccupazione si traduce in 3mila suicidi in più all’anno.
21/01/2021 15:06