Tokyo, al via le modifiche costituzionali: più potere all’esercito
Per la prima volta dal 1947, il governo giapponese ha messo mano alla Carta costituzionale scritta dopo la fine della guerra. Decade il concetto di nazione pacifista: vittoria per il premier Shinzo Abe, timori di Pechino e Seoul.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Il Parlamento giapponese ha approvato ieri una legge che introduce il referendum nazionale previsto prima di ogni cambiamento costituzionale. In questo modo, il Paese del Sol Levante sarà in grado di trasformare la sua natura “pacifista” e darà più potere attivo alle sue forze armate.
La legge segna una prima assoluta nel post-Seconda guerra mondiale: è infatti dal 1947 che Tokyo non metteva mano alla sua Costituzione, scritta "con l’aiuto" degli americani, dopo la sconfitta nel corso del conflitto mondiale. Fino ad ora, la legge prevedeva che l’esercito giapponese potesse muoversi “solo per difesa”.
Si tratta di una vittoria personale del nuovo premier Shinzo Abe, che nel suo programma elettorale aveva inserito al primo posto la riforma militare del Giappone. Secondo i termini approvati ieri, il referendum si svolgerà entro il 2010 ed avrà bisogno della maggioranza assoluta dei voti favorevoli.
In ogni caso, per il Partito liberal-democratico al potere, il voto “è una formalità”. Yasuhisa Shiozaki, segretario generale del Gabinetto ministeriale, ha spiegato che “entro tre anni, la Costituzione cambierà. Quindi ora è importante approfondire il dibattito nazionale per capire come modificarla”.
In ogni caso, questo primo passo ha già messo in allarme Corea del Sud e Cina, le vittime principali dell’aggressivo colonialismo del Giappone del ‘900, che vedono nella revisione costituzionale una grave minaccia alla pace dell’Asia orientale.
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