19/07/2008, 00.00
INDONESIA – TIMOR EST
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Timor Est e Indonesia promuovono un futuro all’insegna “dell’amicizia”

di Mathias Hariyadi
Il 15 luglio i due Paesi hanno sottoscritto un accordo che intende superare i crimini e le violenze del passato. Sollievo è stato espresso dal generale in pensione Wiranto, ex capo dell’esercito, fra i maggiori responsabili dei massacri del 1999.

Jakarta (AsiaNews) – Con le scuse formali espresse dal presidente indonesiano Yudhoyono al collega di Timor Est Ramos Horta per le atrocità commesse da esercito e polizia, si chiude uno dei capitoli più sanguinosi del recente passato nel sud-est asiatico. Il 15 luglio scorso a Bali tra sorrisi, strette di mano e reciproca soddisfazione è stato sottoscritto il documento finale elaborato dalla commissione chiamata a giudicare gli eventi del 1999, nel quale si ribadisce un coinvolgimento diretto di Jakarta negli scontri divampati nella ex provincia orientale indonesiana all’indomani della dichiarazione di indipendenza sancita dalle Nazioni Unite.

Il presidente indonesiano Susilo, il premier di Timor Est Xanana Gusmao e il presidente Ramos Horta hanno promesso una più stretta collaborazione fra i due Paesi, lasciandosi alle spalle tutti gli “errori” e le “ferite” degli ultimi dieci anni. Per questo le massime autorità ribadiscono a una sola voce che è “più importante costruire rapporti d’amicizia” che “consegnare alla giustizia le autorità militari indonesiane e processarle”. Essi hanno inoltre espresso “un profondo rimorso” verso quanti hanno dovuto subire “crimini e abusi tra cui omicidi, violenze, stupri e traslochi forzati”.

Il nuovo clima di concordia e cooperazione è stato accolto con sollievo anche dagli ex comandanti dell’esercito indonesiano, i primi responsabili delle atrocità che hanno segnato il passato di Timor Est, fra i quali il generale in pensione ed ex capo delle forze armate Wiranto. “Ha accolto la notizia con un senso profondo di sollievo” afferma Fachrul Razi, uno dei fedelissimi dell’ex leader militare, alla guida del partito Hanura fondato dallo stesso Wiranto nel 2006. Dello stesso parere anche l’attuale premier ed ex capo della guerriglia di Timor Est Xanana Gusmao, che si dice “soddisfatto per la firma dell’accordo”.

Non mancano però le voci contrarie, che chiedono venga fatta giustizia e i responsabili dei crimini vengano processati: “Wiranto dovrebbe essere consegnato nelle mani della giustizia – afferma Usman Hamid a capo del Kontras, la commissione indonesiana che si occupa delle persone scomparse e delle vittime delle violenze. Gli scontri hanno causato centinaia fra morti e feriti, altrettanti hanno dovuto abbandonare le loro case nella ex provincia di Timor Est e non hanno ricevuto alcun compenso per le perdite subite”. Theo L. Sambuaga, parlamentare indonesiano, ribadisce che “si deve fare giustizia” e “va riparato il torto che una parte della popolazione indonesiana ha subito”.

Attivisti per i diritti umani chiedono a gran voce la creazione di un tribunale misto internazionale, che in base alle normative Onu processi i colpevoli dei massacri del 1999. Una proposta che viene rigettata dai leader politici dei due Paesi, sempre più orientati a “chiudere con il passato” e a dar vita a una nuova era nei rapporti fra Indonesia e Timor Est.

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