Tifoni e inondazioni, Manila perde ogni anno il 5% della sua produzione agricola
Uno studio colloca le Filippine al quarto posto tra le nazioni più colpite dalle calamità connesse all'acqua. Si stima una perdita annuale media del Pil dello 0,7% legata al cambiamento climatico. Proprio in queste ore è allarme per la concomintanza della depressione tropicale Gardo e del super-tifone Hinnamnor.
Manila (AsiaNews) - Propria nelle ore in cui si celebra l'odierna Giornata per la custodia del creato - ricordata ieri all'udienza generale da papa Francesco - anche le Filippine si trovano a fare i conti con la presenza contemporanea sulle regioni settentrionali dell’arcipelago della depressione tropicale Gardo e del super-tifone Hinnamnor (“Henry” secondo la classificazione filippina), finora il maggiore del 2022, con venti previsti fino a 200 chilometri all’ora e un potenziale distruttivo simile a quello degli uragani di categoria 5 nell’area americana. Pur nel ricorrere di questi fenomeni nella storia delle Filippine, le anomalie di oggi sono evidenti con una imprevedibilità sempre maggiore riguardo l’evoluzione e l’intensità dei fenomeni atmosferici.
Tutto questo sta riaprendo il dibattito interno sull’accentuata fragilità dell’arcipelago: un nuovo studio, con dati aggiornati, sottolinea i rischi ambientali e i costi economici. Questi ultimi di assoluto rilievo, ancor più per un Paese lontano da uno sviluppo compiuto che lo scorso anno ha visto un Prodotto interno lordo complessivo di 394 miliardi di dollari, dei quali 31,4 costituiti da rimesse degli emigranti.
La conseguenza economica dell’assedio crescente di fenomeni atmosferici potenzialmente devastanti viene quantificata in 124 miliardi di dollari entro la metà del secolo, con una perdita media annuale dello 0,7 per cento del Pil. Nello stesso studio (“Aquanomics: The economics of water risk and future resilience”), pubblicato dalla società di servizi professionali globale Ghd, si pongono le Filippine al quarto posto tra le nazioni più colpite al mondo da calamità connesse all’acqua, tra cui una ventina di tifoni di forte intensità con conseguenti piogge torrenziali e estese inondazioni.
Nessun settore economico è risparmiato, ma sotto pressione già ora e in modo crescente sarà la produzione agricola con perdite indicate nel 5% annuo per il 2030 e dell’8% nel 2050, a fronte di un contributo dell’agricoltura al momento superiore al 10% della ricchezza nazionale prodotta.
Già ora nelle Filippine la fornitura e la gestione delle acque sono fortemente sotto pressione con 3 milioni di abitanti che utilizzano fonti d’acqua non sicure e altri 7 milioni che non hanno accesso a servizi igienico-sanitari adeguati. La tutela delle aree a rischio e il rafforzamento dei servizi di prevenzione e di assistenza per la popolazioni colpite sono altre priorità, anche se il miglioramento da questo punto di vista è stato notevole, soprattutto dopo la devastazione provocata dal tifone Hayan nel novembre 2013. Anche in queste ore i servizi di emergenza a livello nazionale e locale stanno operando nelle aree più esposte alla furia delle acque e del vento.
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