Tibet, protestano contro un progetto minerario: 60 arresti
Lhasa (AsiaNews/Agenzie) - Le forze di sicurezza della contea tibetana di Zogang hanno arrestato oltre 60 uomini che avevapartecipato a una manifestazione contro l'apertura di una miniera nella loro zona. Gli arrestati vengono tutti dal villaggio Gewar, dove nel maggio 2014 una persona si è uccisa per protestare contro le trivellazioni. Gli arresti sono collegati proprio alla morte di Phakpa Gyaltsen, 32 anni (v. foto), che si è prima accoltellato e poi si è lanciato da una finestra per cercare di fermare il progetto minerario.
Le autorità cinesi hanno prima radunato gli abitanti del villaggio e, in un secondo tempo, hanno imposto a un membro maschio di ogni famiglia di seguirli nella sede del governo locale, dove si trovano ancora oggi. Secondo una fonte "vengono interrogati a scadenza regolare". Dopo la morte di Gyaltsen, centinaia di tibetani sono scesi in strada nella città di Tongbar - che sovrintende il villaggio - chiedendo uno stop a tutte le attività estrattive nell'area. I funzionari del governo hanno prima disciolto il corteo e poi lanciato una campagna di censura contro i cellulari e le chat attive nell'area. Secondo la fonte "tutte le comunicazioni con l'esterno, incluso lo scambio di foto, vengono monitorate".
Da molto tempo i tibetani si oppongono ai progetti di sfruttamento del Tibet e accusano i cinesi di attuarli senza chiedere nulla, tanto meno il permesso, ai residenti locali. In passato si sono registrate diverse manifestazioni contro progetti minerari. Il governo tibetano in esilio a Dharamsala sostiene che Pechino "con la scusa dello sviluppo economico e sociale incoraggia la migrazione dei cinesi in Tibet, mettendo i tibetani ai margini della sfera economica, educazionale, politica e sociale".