09/05/2020, 08.00
TERRA SANTA
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Tiberiade: cresce il livello del lago, risorsa d’acqua strategica per la regione

Piogge abbondanti e lo scioglimento delle nevi hanno restituito nuova vita al bacino idrico. Il mare di Galilea rifornisce i centri abitati e permette l’irrigazione di molte colture. Nel periodo critico aveva raggiungo meno 214 metri sotto il livello del mare. Le acque lambiscono il convento di Cafarnao. L’opera dei frati per la pulizia delle sponde.

Gerusalemme (AsiaNews) - Il livello del lago di Tiberiade, principale risorsa di acqua dolce in Israele, da qualche mese è in costante risalita, tanto da aver raggiunto un’altezza che non si registrava da oltre 16 anni. Come confermano i frati della Custodia su terrasanta.net, si tratta di una informazione di primaria importanza per una riserva idrica dall’importanza strategica, perché rifornisce i centri della regione e permette l’irrigazione di molte colture.

Fra’ Luca Panza, francescano della Custodia di Terra Santa, guardiano del convento di Cafarnao, conferma “le piogge abbondanti e il fatto che non sia stata aperta la diga di collegamento” con il fiume Giordano. Vi sono stati di recente, prosegue, “giorni di forti tempeste, che hanno danneggiato le sponde del lago” per cui è in atto un lavoro meticoloso per “riportare nuova terra e ricostruirle. Quest’anno il livello del lago è aumentato di quattro metri, e dobbiamo farci i conti”.

Situato in Galilea, il bacino è grande 160 km2 ed è un simbolo religioso per i cristiani e un luogo di pellegrinaggio per gli ebrei. Negli ultimi anni le acque avevano fatto registrare una ritirata, tanto che fra il 2017 e il 2018 il “mare di Galilea” ha toccato il punto più basso a meno 214 metri. 

Fra le cause del declino la produzione agricola delle banane, che richiede enormi quantità di acqua. Ad aggravare la crisi il prelievo costante delle autorità israeliane, che ha toccato i 400 milioni di metri cubi annui, e gli scarsi livelli di precipitazione nell’ultimo decennio. Si aggiunge infine la crescita demografica, che ha determinato una diminuzione di un centimetro al giorno. Il calo delle acque ha allarmato ambientalisti ed esperti, perché esso influisce in modo diretto sull’ambiente naturale e provoca un aumento della salinità, mettendo in pericolo la flora e la fauna.

Oggi lo Stato di Israele ha limitato il prelievo fino a 40 milioni di metri cubi all’anno. Del resto l’acqua è un bene assai prezioso e solo una politica di gestione oculata e una collaborazione fra entità e nazioni potrà salvare la regione mediorientale, tuttora a rischio crisi. Gli ultimi due inverni piovosi e lo scioglimento delle nevi sulle cime del Golan dovrebbero contribuire ad innalzare ancor più i livelli delle acque che, per la prima volta dal 1992, ha superato quota meno 209 metri, con l’acqua (nelle foto) che ha raggiunto i bordi e le rive.

L’innalzamento delle acque del lago mette però a rischio i santuari della zona di Cafarnao, soprattutto quello del primato di Pietro a Tabga (v. foto), uno dei luoghi più amati e visitati della Terra Santa visto negli ultimi due anni da una media di 5mila turisti al giorno, con picchi di 6500. Oggi il luogo di culto è chiuso ai visitatori, nel contesto delle norme di contenimento della pandemia di nuovo coronavirus. Non dovendo far fronte “ai grandi numeri di pellegrini”, sottolinea fra Luca, “il nostro servizio adesso è custodire e tutelare il posto”. “Stiamo comunque continuando a lavorare per migliorare il sito. Saremo pronti - conclude - all’arrivo di nuovi pellegrini, che speriamo possa avvenire presto”.

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