Tianjin, il governo “non farà sconti ai responsabili del disastro”
Tianjin (AsiaNews) – Il governo centrale cinese non ha intenzione di coprire i responsabili della devastante esplosione avvenuta lo scorso 12 agosto a Tianjin, e farà di tutto per consegnare i colpevoli alla giustizia. È quanto recita un editoriale apparso oggi sul Quotidiano del Popolo, organo di stampa ufficiale del Partito comunista. Nel testo, l’autore sottolinea che “non vi saranno sconti o privilegi. Il Partito ha catturato diverse ‘tigri’ accusate di corruzione, e se ha incarcerato Zhou Yongkang e Ling Jihua perché mai dovrebbe coprire la verità su un simile incidente?”. Il riferimento è a due altissimi ex dirigenti comunisti, ora in galera.
L’articolo è mirato a rassicurare la popolazione, che teme invece indagini pilotate dalla politica. Tuttavia l’editoriale ammette che ci vorrà del tempo prima di arrivare a delle conclusioni: “Operatori di primo soccorso, giornalisti, esperti chimici sono tutti d’accordo nel definire molto complicata la situazione. Il fuoco e le esplosioni tendono a distruggere eventuali prove, e rendono difficile trovare le cause. Potrebbe volerci molto tempo”.
Nel frattempo il numero delle vittime continua a salire. Delle 114 accertate, 54 sono state identificate: fra queste vi sono 16 pompieri del ministero della pubblica sicurezza, 23 vigili del fuoco privati assunti dal porto e cinque agenti di polizia. All’appello mancano ancora 70 persone: 56 vigili del fuoco privati e otto pompieri del ministero. Circa 700 persone sono in ospedale per le ferite riportate.
Massima allerta per il possibile avvelenamento dell’aria. Le 700 tonnellate di sali di cianuro conservate in scatole di legno, e accatastate nei container, potrebbero essere in parte sciolte nell’ambiente a causa dell’esplosione. La popolazione di Tianjin si domanda come mai si è dato il permesso di immagazzinare merci così pericolose vicino all’abitato. La ditta Ruihai Logistics, proprietaria del magazzino esploso, ha il diritto di tenere container di cianuro – usati nell’industria mineraria per estrarre oro – per almeno 40 giorni.
Un altro aspetto della tragedia riguarda altre 50 persone, proprietari delle case che sorgevano nei pressi del luogo dell’esplosione e che hanno visto le loro mura crollare o rimanere danneggiate. Questa mattina hanno convocato i giornalisti per una conferenza stampa e per “chiedere la verità”. Alcuni di loro avevano cartelli con sopra scritto: “Amiamo il Partito [comunista, al governo in Cina ndr] e il governo, per favore comprate i nostri appartamenti”.
Alcuni dei dimostranti intendono fare causa ai proprietari del magazzino saltato in aria. Wu Jun racconta al South China Morning Post: “Il governo dice di riparare l’appartamento. Ma come? Non possiamo più vivere lì. Dio solo sa che altro accadrà: l’aria, la sicurezza… nessuno vuole più affittare queste proprietà”. Il governo ha proposto un indennizzo di 2mila yuan (circa 200 euro) al mese per tre mesi, ma sinora nessuno ha accettato per timore di uscire dalla lista di futuri risarcimenti più sostanziosi.